Cardiopatico morto davanti al Policlinico Federico II di Napoli: «Botte da quattro vigilantes»

La vittima era con la moglie e il fratello doppia inchiesta della procura e dell’ospedale

I militari al Policlinico
I militari al Policlinico
Maria Chiara Aulisiodi Maria Chiara Aulisio
Martedì 9 Aprile 2024, 23:36 - Ultimo agg. 11 Aprile, 07:27
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Francesco Vanacore aveva 62 anni, è morto nella tarda giornata di lunedì, colpito da infarto dopo uno scontro violento con alcuni vigilanti che presidiavano i cancelli di ingresso del Secondo Policlinico. Vanacore, in auto con la moglie e il fratello, aveva chiesto di poter entrare con la macchina per raggiungere il reparto di Cardiologia nel secondo padiglione universitario. Malato di cuore da oltre dieci anni, Francesco aveva appuntamento con il cardiologo che avrebbe dovuto decidere se sottoporlo o meno a un nuovo intervento chirurgico.

L’alterco

«Se all’interno non si può parcheggiare nessun problema, mio fratello mi accompagna all’ingresso del reparto e poi torna indietro. Abbiate pazienza ma a piedi fin lì non ce la faccio proprio ad arrivare». È più o meno questo ciò che Vanacore, che arrivava da Vico Equense, avrebbe detto ai due guardiani del complesso universitario di Cappella Cangiani nel tentativo di convincerli a lasciarlo passare. Lo ha raccontato la moglie, lo ha ribadito il fratello ai carabinieri che li hanno interrogati a lungo, purtroppo nessuno dei due è riuscito a sottrarre il povero Francesco alla furia di chi lo aggrediva, prima verbalmente e poi a suon di botte. Secondo i parenti, uno dei due vigilanti lo avrebbe strattonato con violenza facendolo cadere, poi avrebbe iniziato a colpirlo all’addome. Nel frattempo sarebbero arrivati i rinforzi, altre due persone che - sempre sulla base del racconto dei testimoni - anziché provare a riportare la calma avrebbero iniziato a picchiare anche loro. Fino a quando non sono arrivati i carabinieri ma ormai era troppo tardi: Francesco Vanacore sarebbe morto dopo poche ore nel reparto di Rianimazione dello stesso ospedale. Una dinamica in corso di verifica sulla quale gli inquirenti hanno aperto un fascicolo: al momento sono quattro i guardiani che - si ritiene - siano coinvolti in questa brutta storia e non si esclude che la Procura di Napoli possa a breve contestargli il reato omicidio preterintenzionale. In campo anche la direzione strategica dell’Azienda ospedaliera Federico II: il manager Giuseppe Longo ha costituito in via d’urgenza una commissione di indagine interna «finalizzata ad acquisire ogni informazione utile per accertare l’accaduto». 

Le reazioni

E c’è subito una precisazione: Giuseppe Alviti, presidente nazionale dell’Associazione guardie giurate ci tiene a sottolineare che «i presunti autori tutto sono tranne che guardie giurate». «Esprimendo massima solidarietà alla famiglia dell’uomo morto per un malore dopo l’aggressione al Secondo Policlinico di Napoli, nella mia qualità di presidente nazionale dell’Associazione - scrive in una nota - mi corre l’obbligo di ricordare e sottolineare agli inquirenti che si tratta di persone che semplicemente ricoprono il ruolo di fiduciari (ex portieri e custodi)».

E poi aggiunge: «La differenza è enorme ed essenziale: le guardie giurate sono uomini decretati dal Ministero dell’ Interno e godono delle qualifiche necessarie». I fiduciari di cui parla Alviti invece «altro non sono che incaricati alla sorveglianza e all’accettazione e non hanno attualmente nessun obbligo formativo essendo assunti senza rispettare alcun iter procedurale». 

In serata arrivano le condoglianze del sindaco di Vico Equense: «Una di quelle notizie che non vorresti mai sentire e che ha scosso tutta la nostra comunità. - scrive Giuseppe Aiello - Esprimo la mia vicinanza e quella della città alla famiglia e ai parenti del caro Ciccio, con la certezza che le autorità preposte farannp chiarezza su una vicenda che ha dell'incredibile».

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