Di più. Secondo de Magistris con questa operazione «Napoli diverrebbe area ad alta convenienza per tutti gli operatori economici in quanto vi saranno zone libere da tributi per investimenti puliti e non speculativi». E ancora «in questo modo elimineremo lo scempio delle assicurazioni per auto e moto più care d'Italia». Sempre puntando sull'autonomia finanziaria de Magistris immagina di poter «introdurre il reddito minimo metropolitano», cavallo di battaglia anche del Movimento 5 Stelle, che per il primo cittadino è il principale avversario da sconfiggere (ma potrebbe essere il suo migliore alleato) perché pesca nel suo stesso elettorato. Con questo sistema, insiste l'ex pm, sarebbero «i cittadini di Napoli a decidere e beneficiare dei denari incassati: le imposte comunali diventano denaro di comunità per il bene comune. Insieme Comune ed abitanti, ognuno con la propria autonomia».
Un processo, questo, certamente molto difficile da realizzare, che tuttavia secondo de Magistris sta già prendendo forma: «Si stanno creando le agorà di prossimità, tante comuni dove i cittadini avranno risorse e le utilizzeranno in autonomia per portare avanti i loro progetti: ex discariche che diventano orti, beni abbandonati trasformati in centri sociali, aree dismesse rilanciate come spazi culturali, zone abbandonate riqualificate in centri sportivi e quanto altro i cittadini vorranno».
Poi, stavolta in qualità di sindaco metropolitano, rivendica «più potere e responsabilità in materia di sicurezza urbana»: «Ci vogliamo assumere responsabilità, ma avere strumenti per poter operare», è il messaggio al governo. È così che, a detta dell'ex pm, potrà ripartire anche il Sud. Il tutto in barba al «centralismo autoritario» nonché a governo e Parlamento che oggi «decidono tasse e imposte mentre i comuni fanno gli esattori anche se le risorse non rimangono per intero sul territorio. Con l'autonomia finanziaria e tributaria si eliminerebbero anche i trasferimenti di fondi nazionali mentre noi potremmo realizzare i progetti per cui ci siamo impegnati senza essere tenuti al guinzaglio».