Rimozioni e favori a Nocera Inferiore: sei vigili urbani rischiano il processo

Rimozioni e favori a Nocera Inferiore: sei vigili urbani rischiano il processo
di Nicola Sorrentino
Venerdì 1 Agosto 2014, 13:51 - Ultimo agg. 13:56
3 Minuti di Lettura
NOCERA INFERIORE - E' stata fissata per il 28 ottobre l'udienza preliminare per sei vigili urbani e l'ex proprietario di una ditta di rimozione veicoli.

L'inchiesta, coordinata dal pm Roberto Lenza, prese il via con le indagini condotte dai carabinieri della radiomobile del reparto territoriale nocerino, partite ufficialmente lo scorso 19 marzo del 2012, attraverso un esposto anonimo che segnalava che la polizia locale di Nocera Inferiore non stesse utilizzando il sistema Sives, per l’affidamento dei veicoli rimossi. E questo perché si sarebbe favorita la ditta Real Garage, gestita da Elio Verdini a discapito invece della ditta Agosto, competente per i mezzi sottoposti a sequestro amministrativo. La stessa ditta, con sede a Sala Consilina, rappresentava infatti il Custode Acquirente per la Provincia di Salerno.



Diversi gli episodi analizzati e inseriti nell’impianto accusatorio: nella maggior parte dei casi, agli agenti della polizia municipale fu contestato di aver falsificato i verbali di contravvenzione. Diversi controlli furono eseguiti presso gli uffici di via Libroia, dove vennero posti sotto sequestro verbali di contestazione al codice della strada con sequestri e fermi di veicoli, avvenuti dopo l’entrata in vigore della procedura del sistema Sives e non ancora inseriti nel sistema stesso.



Nella fase d’indagine, l’ex comandante Vincenzo De Prisco rilasciò spontanee dichiarazioni, chiarendo di aver avuto difficoltà nell’avvio della nuova procedura, a causa della mancanza di collegamento. Circostanza che fu comunicata anche alla polizia provinciale e successivamente, anche in una memoria difensiva presentata dal proprio legale. Secondo gli inquirenti, nell'esame dei verbali acquisiti sarebbero emerse alcune anomalie, che avrebbero lasciato potizzare la contestazione di violazioni del codice della strada, le quali contemplavano la rimozione del veicolo, ma non il suo sequestro. I capi d’imputazione formulati dal pm infatti avevano ad oggetto l’addebito del reato di falso ideologico, integrato dalla contestazione della violazione dell’articolo 193 comma 2 del codice della strada. Nel motivare l’esigenza di misure cautelari, tutte respinte dal gip, la gestione dei servizi di polizia stradale della polizia locale fu definita «alquanto allegra ed approssimativa, portata avanti con scarso riguardo della regolarità formale degli atti e dell’interesse pubblico».



Nell’avviso di chiusura indagini, all’ex comandante Vincenzo De Prisco e al titolare della ditta Real Garage, Elio Verdini, fu contestata anche la distruzione - mediante rottamazione - di alcune autovetture senza il rispetto della prescrizione di alcune norme del Codice della strada, con la presunta omissione di comunicazione allo stesso proprietario. Nella fase d’indagine, tutti gli indagati avevano presentato proprie memorie difensive, entrando nel merito delle singole contestazioni, specificando le modalità di intervento e i propri ruoli in merito agli episodi contestati. La vicenda portò anche ad un cambio di mansioni per l’ex comandante De Prisco, il quale «per fugare ogni dubbio circa il buon andamento e l’imparzialità del corpo di polizia municipale», chiese al Comune un mutamento delle proprie mansioni. Davanti al giudice Tarallo compariranno De Prisco, con gli agenti Rocco Ricciardi, Pietro Iannone, Gerardo Fortino, Dorotea Pellegrino e Maurizio D'Angelo, insieme ad Elio Verdini, allora titolare della ditta Real Garage.