Assegno di inclusione, al via le domande: quando arriva il pagamento, dove viene accreditato e qual è l'importo massimo

Interessate 737mila famiglie

Aassegno di inclusione al via: quando scatta l'erogazione, dove viene accreditata e qual è l'importo massimo
Aassegno di inclusione al via: quando scatta l'erogazione, dove viene accreditata e qual è l'importo massimo
di Francesco Bisozzi
Domenica 17 Dicembre 2023, 21:57 - Ultimo agg. 19 Dicembre, 09:04
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Per 737 mila famiglie inizia oggi il trasloco verso il nuovo reddito di cittadinanza. Possono fare domanda per l’Assegno di inclusione da 500 euro al mese i nuclei con un Isee sotto i 9.360 euro e con al loro interno almeno un minore, o un anziano, un disabile o un componente in condizione di svantaggio. 
Il Supporto per la formazione e il lavoro, la prestazione di sostegno pensata per gli attivabili che cercano lavoro, invece è salpata a settembre e, nel giro di pochi mesi, ha totalizzato circa 130 mila domande. A chi richiederà l’Assegno di inclusione entro questo mese l’Inps erogherà il primo pagamento alla fine di gennaio. A differenza del reddito di cittadinanza sono previsti controlli alla fonte più approfonditi, incrociando le banche dati, prima di dare semaforo verde alle erogazioni. Per ottenere l’aiuto è necessario presentare l’Isee in corso di validità, che poi andrà aggiornato all’inizio dell’anno prossimo. Chi perderà i requisiti per l’Adi a marzo non corre però il pericolo di rimborsi: l’Inps infatti non chiederà indietro le somme versate a gennaio e febbraio a chi uscirà fuori dalla platea dei beneficiari tra tre mesi. 

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IL PERCORSO

La misura ha avuto il via libera dal Garante della privacy e dalla Corte dei conti nei giorni scorsi.

Secondo le stime dell’Inps la prestazione coinvolgerà nel complesso 737.400 nuclei familiari di cui 348.100 con almeno un minore, 215.800 con almeno un disabile e 341.700 con un over 60. 

Ma come funziona il nuovo reddito di cittadinanza? L’indennità sarà erogata attraverso la Carta di inclusione emessa da Poste Italiane, a differenza del Supporto per la formazione e il lavoro che prevede un trasferimento diretto via bonifico. L’importo massimo annuo è di 6.000 euro, incrementabile in base alla composizione del nucleo familiare e alle necessità abitative. L’indennità può essere rinnovata per 12 mesi dopo un mese di sospensione e la sua erogazione dipende dalla valutazione dei bisogni del nucleo familiare. Sull’Isee: il ministero del Lavoro precisa che «per le domande presentate fino a febbraio 2024 la verifica dei requisiti ai fini dell’erogazione nei mesi di gennaio 2024 e febbraio 2024, ove ricorrano le condizioni, si basa sull’Isee valido al 31 dicembre 2023». 

I LIMITI

A ogni modo sarà necessario avere un Isee valido per i mesi successivi per continuare a ricevere il beneficio. Intanto dalle simulazioni è emerso che un single con zero reddito, un minorenne a carico e un affitto mensile superiore a 280 euro, potrà contare su circa 850 euro di aiuto. L’asticella supera invece la soglia dei 1.200 euro nel caso di un nucleo con zero reddito formato da due adulti e un figlio disabile e con un canone di locazione sulle spalle. Insomma, cala definitivamente il sipario sul reddito di cittadinanza. Durato quasi un lustro, è costato allo Stato più di 30 miliardi di euro. Tutto era cominciato il 6 marzo del 2019, con gli uffici postali presi d’assalto dagli aspiranti beneficiari. Era un’Italia diversa, con i Cinquestelle al governo che dai balconi gridavano di aver abolito la povertà e i navigator nei centri nell’impiego che dovevano traghettare i percettori del sussidio verso il mondo del lavoro. 

LE TAPPE

Dopo pochi mesi però sono iniziati a emergere con nitidezza tutti i limiti di uno strumento partito con un’ambizione troppo grande, quella di essere sia una misura anti-povertà che un efficace strumento di politica attiva per il lavoro. Altro clamoroso tallone di Achille: gli scarsi controlli hanno permesso ai furbetti del reddito di cittadinanza di proliferare indisturbati per anni. Con la pandemia, però, per migliaia di famiglie in crisi il reddito di cittadinanza è diventato un salvagente irrinunciabile. Finiti i lockdown ha preso il largo, dapprima timidamente, l’operazione di smantellamento del sussidio. E con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi la stretta si è man mano intensificata, i mesi di fruizione del sussidio per chi è in condizione di cercare lavoro sono stati portati a sette nel 2023 ed è stato messo in campo un nuovo strumento per gli attivabili, con obblighi più stringenti per i beneficiari, in primis quello di partecipare con continuità ai percorsi per l’inserimento nel mondo del lavoro proposti da centri per l’impiego e agenzie per il lavoro. 

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