Positano, partito lo scavo archeologico per scoprire i tesori della Villa romana

Positano, partito lo scavo archeologico per scoprire i tesori della Villa romana
di Mario Amodio
Sabato 15 Novembre 2014, 11:45 - Ultimo agg. 11:46
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Per secoli si è costruito con pietre e calce, occultando ciò che l’impeto del Vesuvio, delle alluvioni e dei maremoti andavano distruggendo. Si è costruito disegnando paesaggi che oggi incantano. Anche le piccole città di mare, come quelle della Costiera, sono così cresciute verticalmente. Sui lembi delle vallate, con grappoli di case e volte a botte. Mentre a pochi passi dal mare sono stati eretti palazzi e chiese. Qui, per secoli si è camminato sulla storia, inconsciamente. Su quei tesori nascosti da pietre e calce e che riconducono ai primi secoli avanti Cristo. A Positano, anche lo struscio degli anni Sessanta lungo la via del Palazzo, è avvenuto su antiche vestigia romane. Tanto era grande la domus distrutta nel 79 d.C. dalla terribile eruzione del Vesuvio. Le tracce di quella villa sono state rinvenute nel corso degli anni grazie a indagini tecniche e carotaggi che hanno consentito di rilevare un’ampiezza maggiore dei resti della civiltà romana rispetto a quelli originariamente scoperti al di sotto della chiesa della Madonna Assunta. Ora, grazie a un nuovo finanziamento della Regione Campania di circa 2,5 milioni di euro appartenenti a fondi europei, la Soprintendenza riporterà alla luce ciò che la natura e l’uomo hanno per secoli distruto e occultato.

Da qualche giorno, infatti, hanno preso il via i lavori di scavo sia nel sottosuolo della Chiesa Madre ma anche al di sotto del centro di Positano dove la domus si estendeva. Gli scavi, che dureranno circa un anno, potranno consentire nuove e importanti scoperte. Già, perché pare che qualcosa sia stato già individuato e tutto di grande valore storico architettonico. Che i romani avessero buon gusto anche nell’individuare i luoghi era cosa risaputa. Basti pensare a Capri o alla vicina Minori. Ma anche ad Amalfi, dove alla fine degli anni Novanta fu scoperto nel sottosuolo, quasi all’inizio del cento storico, una porzione di divinarium. A Positano la notizia dell’esistenza di una domus risale alla fine del 2003 quando il sindaco dell’epoca, Ottavio Fusco, comunicò l’inizio degli scavi in seguito alla scoperta di tratti di affreschi emersi in seguito all’avvio dei lavori di recupero dell’area ecclesiastica. La domus venne alla luce in seguito ai lavori di restauro della cripta e durante gli scavi vennero alla luce numerosi scheletri oltre a resti settecenteschi dell’antica abbazia benedettina. Col tempo, si susseguirono anche una serie di scontri sullo stanziamento di ulteriori fondi necessari al proseguimento delle opere di scavo e di musealizzazione della cripta.

In particolare, nel 2008 quando la richiesta di quattro milioni relativa a un progetto presentato dalla giunta Marrone fu oggetto di uno scontro tra regione e comune con quest’ultimo che decise di ricorrere al Tar per l'esclusione dalla graduatoria per i finanziamenti destinati al settore turistico. Fu Bassolino a evitare che lo scontro si acuisse. La giunta regionale, infatti, qualche tempo dopo deliberò il sussidio dando così il via libera al proseguimento dei lavori presso la villa romana di Positano utili a portare alla luce parte del tesoro archeologico composto anche da affreschi di incomparabile bellezza. Affreschi dinanzi ai quali si incantò nella primavera del 2007, Fausto Bertinotti, che da presidente della Camera si concesse alcuni giorni di relax a Positano. Accompagnato dall’allora soprintendente Guzzo e dal sindaco dell’epoca, Domenico Marrone, Bertinotti fu tra i pochi a visitare quell’incanto. «È così forte l’impatto della scoperta che non avrei dubbi sulla continuazione dell’opera», replicò a chi gli paventava l’ipotesi di una chiusura del cantiere per carenza di fondi. Bertinotti in quei giorni era reduce dalla visita agli scavi di Pompei e forse mai avrebbe immaginato di trovare quel tesoro a Positano.
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