Depresso per la malattia della moglie,
s'impicca dirigente calcistico

Depresso per la malattia della moglie, s'impicca dirigente calcistico
di Romina Capone
Lunedì 13 Ottobre 2014, 23:03 - Ultimo agg. 14 Ottobre, 08:35
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MONTELLA - Ha deciso di togliersi la vita impiccandosi sotto l'arco di una porta nella propria abitazione. L'uomo, 60 anni, residente a Montella, soffriva da qualche mese di depressione. Negli ultimi tempi il ricovero in ospedale della moglie, per una grave malattia. A fare la macabra scoperta, i familiari, rientrati per il pranzo.

A nulla è valso l'arrivo dei medici; era già deceduto da qualche ora. Adagiato sul tavolo un biglietto, dove ha scritto i suoi ultimi pensieri prima del drammatico gesto. Poche righe per sua madre e per sua moglie, ricoverata da pochi giorni in ospedale in Puglia e affetta da una grave malattia. Sposato ma senza figli, G.D.G le sue iniziali, era una persona conosciuta da tutti in paese per il suo carattere allegro e solare. Non aveva problemi economici. Nessuno avrebbe mai pensato che il tarlo della depressione si era insidiato in lui. Attivo nella comunità montellese lavorava presso un laboratorio privato di analisi cliniche. Amava il suo paese, la cultura e lo sport.

Era nello staff della squadra di calcio locale «Felice Scandone Montella». Amante del verde, curava con amore e dedizione il giardino della sua villetta. Portava a passeggio il suo cagnolino, l'amico fedele. Fratello della confraternita della Madonna del Carmine. Amato e rispettato da tutti, la sua morte ha lasciato gli abitanti sconvolti. Sul suo corpo non verrà effettuata l'autopsia, per volontà dei suoi familiari.

Un fatto di cronaca nera, attuale, che non risparmia neppure le realtà dei medi centri irpini. Depressione e suicidi, un male sempre più in aumento nel Sud. La malattia del secolo, in un mix letale con la disoccupazione (che in questo caso non c’entra) e l'insicurezza. Uno stato mentale che, senza l'aiuto di uno psicologo e uno psichiatra, non lascia scampo.

Un meccanismo di rifiuto alla vita che può colpire tutti, anche i più forti. Chissà con quale paura e ossessione ha dovuto fare i conti G.D.G e per quanto tempo. Forse, nonostante fosse circondato da amici, lui si sentiva profondamente provato da quanto gli stava capitando intorno. A tal punto da scegliere la soluzione più triste. Non ha voluto chiedere aiuto. Ha assecondato un gesto istintivo. Intanto i suoi amici più stretti non riescono a farsene una ragione. La sua famiglia non riesce a darsi pace. Per lui, l'ultimo saluto, oggi pomeriggio, a Montella, nella chiesa di Santa Maria del Piano.
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