Iandoli: «Io in campo per la città,
ora la coalizione trovi l’unità»

Parla Modestino Iandoli, lanciato per le prossime amministrative ad Avellino dalla presidente provinciale di Fratelli d'Italia Ines Fruncillo

Modestino Iandoli
Modestino Iandoli
di Alberto Nigro
Domenica 28 Aprile 2024, 00:05
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«Non sono certamente alla ricerca di una sistemazione o di un posto al sole. Mi candido a sindaco per amore della città». A parlare è Modestino Iandoli, già consigliere comunale e provinciale, oggi in corsa per lo scranno più alto di Palazzo di Città in quota Fratelli d’Italia. Storico riferimento della destra irpina, nella giornata odierna sarà a Pescara per partecipare alla conferenza programmatica allestita dal suo partito ed incontrare la premier Giorgia Meloni.

Iandoli, partiamo dal principio: come nasce la sua candidatura?

«Nasce da una disponibilità offerta, al pari di altri, per concorrere alla vicenda amministrativa. Il mio obiettivo è scrivere una pagina nuova per la città, fatta di quella trasparenza e di quella coerenza tipiche di chi non ha assolutamente nulla da farsi perdonare. In tal senso, mi preme ringraziare la presidente provinciale del partito Ines Fruncillo, il senatore Antonio Iannone e il viceministro Edmondo Cirielli per il supporto e le belle parole spese per me».

Lei è in campo, ma il centrodestra sembra ancora indeciso sul da farsi. Che idea si è fatto?

«Ritengo che noi abbiamo il dovere di offrire una proposta ed una presenza. So che in queste ore ci sono riflessioni in corso, tanto nello schieramento di centrodestra quanto in quello civico, ma mi auguro vivamente che si possa addivenire ad una soluzione unitaria. Insomma, come ha detto anche il nostro deputato Gianfranco Rotondi, spero che su questa posizione si possa individuare la giusta sintesi».

Come mai ha accettato di candidarsi?

«Sicuramente non perché sia alla ricerca di un posto, ma perché tante persone, anche politicamente lontane da me, mi hanno dimostrato la propria solidarietà facendomi capire che il percorso intrapreso è quello giusto».

Un tema di grande attualità è quello che riguarda il rapporto della sua coalizione con le civiche legate all'ex sindaco Gianluca Festa. Qual è la sua posizione?

«Guardi, credo che il dovere della politica sia fare aggregazione e questo non vuol dire abdicare alla propria storia e alla propria visione. Così come riteniamo che i processi si debbano fare nei tribunali e non nelle piazze, dunque, affermiamo con forza che la sfida debba essere lanciata sui temi.

Dobbiamo essere capaci di interpretare il pensiero degli avellinesi, rompendo gli argini e coinvolgendo quelle sensibilità che oggi si rifugiano nel non voto. Insomma, è necessario essere attenti ai bisogni e ai sentimenti, non alle nomenclature».

In precedenza ha parlato di una campagna elettorale basata sui temi. Quale la priorità?

«Il tema principale è sicuramente quello legato alla crescita. Sono diversi anni che la città decresce da un punto di vista demografico e questo significa che le nuove generazioni scelgono luoghi diversi per stabilirsi e mettere in campo le proprie capacità ed il proprio impegno. Il nostro compito è fare in modo che tutti questi ragazzi tornino e diano il proprio contributo alla rinascita della città. Insomma, mi auguro che i giovani, cui mi rivolgo principalmente, sappiano riscoprire quell'impegno civile che rappresenta l'elemento essenziale per dare un futuro ed una continuità ad una storia».

Il vostro avversario è rappresentato dal centrosinistra. Cosa ne pensa?

«In quello schieramento non c’è niente di nuovo. D’altro canto, il disagio con cui si ritrova a fare i conti la città di Avellino viene da lontano, non è certo cominciato con Festa. È questa la ragione che mi fa dire che Gengaro guarda al passato. Noi, al contrario, siamo alternativi: non abbiamo mai governato o gestito la cosa pubblica. Siamo portatori di un pensiero nuovo che vogliamo mettere al servizio dell'intera comunità, non solo quella che si riconosce nel centrodestra».

Se dovesse essere eletto sindaco cosa farebbe prioritariamente?

«Mi impegnerei per rasserenare una città che oggi si ritrova frastornata avendo perso tutti i suoi punti di riferimento. Dopodiché, considerati i tanti problemi che abbiamo da affrontare, credo sarebbe necessario avviare un confronto serrato con tutte le categorie e i rappresentanti del terzo settore per far sì che il disagio che attraversa la città possa trasformarsi in una proposta utile alla sua crescita».

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