Lioni: papà e figlia, gli insospettabili delle piantagioni di cannabis

Gestivano una piantagione di marijuana insieme agli albanesi

Sequestrata una piantagione di canapa indiana a Lioni
Sequestrata una piantagione di canapa indiana a Lioni
di Paola De Stasio
Mercoledì 28 Giugno 2023, 08:13 - Ultimo agg. 29 Giugno, 09:57
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La criminalità organizzata allunga le mani sull'Alta Irpinia e lo fa piantando cannabis e "utilizzando" manovalanza locale. I vari clan delle regioni del Sud da un po' di anni investono su piantagioni di canapa indiana che offrono due vantaggi: rischio basso e cospicui guadagni. Coltivazioni sono state scovate un po' ovunque: alle pendici dell'Aspromonte, tra i vigneti di Cerignola, lungo i versanti dei monti Lattari incastonati tra la costiera Amalfitana e la penisola Sorrentina ed ora nell'entroterra campano tra i castagneti dei Monti Picentini. I territori di Lioni, Teora, dell'Alta Irpinia individuati come habitat ideale per le piantagioni: zone remote, boscose e di difficile accesso, e poi ricche di acqua, cariche di umidità. Come anticipato ieri dal Mattino a ridosso della montagna di Lioni, ed in un'altra area ad una manciata di chilometri di distanza nel territorio di Teora, sono state arrestate 6 persone, di cui 4 albanesi e un uomo anziano, che vive in una casa proprio sotto la montagna e sua figlia che abita in paese. I due sono originari del napoletano, ma vivono a Lioni da svariati anni. Entrambi incensurati e fino all'arresto al di sopra di ogni sospetto.

Gli arrestati, tutti condotti nel penitenziario di Bellizzi Irpino, sono Vittorio Salvato e sua figlia Costantina, poi gli albanesi Sonil Hoxhaj, Kimet Latifaj, Armando Mucodemi e Bardhi Latifaj. Ora tutti saranno portati davanti al gip di Avellino, l'inchiesta dovrebbe finire nelle mani dei magistrati del tribunale avellinese e tutti gli indagati potranno difendersi dalle accuse dopo il blitz dell'Arma. L'indagine è partita da Castellamare di Stabia, con i carabinieri del reparto speciale "Cacciatori di Calabria" in tuta mimetica a perlustrare e a sequestrare piantagioni prima in alcune zone dei Monti Lattari e poi nelle aree dei Picentini nel territorio di Lioni e Teora. Scovate 3 serre sature di cannabis al massimo della fioritura ed un laboratorio tutt'altro che improvvisato, evidentemente impiantato da "professionisti" del settore con tutto l'occorrente per essiccare le foglie e produrre marijuana. I carabinieri hanno sequestrano oltre 2500 piante. «Continuum Bellum» così è stata denominata l'operazione antidroga dei carabinieri di Castellammare di Stabia e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria che hanno costeggiato i Picentini lungo la dorsale nord orientale. È probabile che a dare il via all'inchiesta sia stata una soffiata, un'informazione riservata, un fermo avvenuto per caso.

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Nelle serre artificiali, oltre a 453 piante di cannabis, c'erano 50 piante già in fase di essiccazione, 800 i grammi di "erba" pronti al confezionamento. Nelle serre le 6 persone arrestate lavoravano nel laboratorio come un opificio artigianale in piena attività. A pochi chilometri, nella contrada Civita Superiore di Teora, i militari hanno scoperto una piantagione di cannabis sviluppata su 3 ampie piazzole, 2100 circa le piante coltivate, verosimilmente messe a dimora nello stesso momento perché tutte alte circa 1 metro. I fusti sono stati campionati e poi distrutti. Secondo gli esperti da ogni pianta si può ricavare fino a mezzo chilo di droga. Da questa storia emerge chiaramente che la malavita organizzata cerca territori "vergini", meno battuti dai reparti investigativi e i boschi dell'Alta Irpinia hanno le caratteristiche che soddisfa le loro esigenze.

E poi reperire manovalanza locale non è una cosa difficile. In nessun luogo. Purtroppo. Gli amministratori della zona chiedono un maggior controllo sul territorio per arginare questi fenomeni. 

 

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