Il caso del preside di Benevento che ha fatto perquisire gli zaini degli alunni arriva in Parlamento

La vicenda ha scatenato sin da subito le reazioni dei genitori degli alunni e del sindaco di San Lorenzo Maggiore, Carlo Giuseppe Iannotti, contro il gesto del dirigente scolastico

Aula di scuola.
Aula di scuola.
Mercoledì 11 Ottobre 2023, 18:39 - Ultimo agg. 20:22
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Arriva in Parlamento il caso sollevato dal comportamento del dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo
De Blasio di Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento, in visita presso la scuola primaria
di San Lorenzo Maggiore dove, non trovando il suo cellulare, ha autorizzato un'ispezione negli zaini dei bambini.

La vicenda ha scatenato sin da subito le reazioni dei genitori degli alunni e del sindaco di San Lorenzo Maggiore, Carlo Giuseppe Iannotti, contro il gesto del dirigente scolastico definito «un fatto di inaudita gravità» e «quanto di più ignobile possa essere fatto ai danni di bambini».

Oggi sulla vicenda è intervenuto anche il parlamentare di Forza Italia Francesco Maria Rubano che ha presentato una interrogazione al ministro dell'Istruzione e del Merito. Rubano evidenzia che «il dirigente scolastico, accortosi di non avere con sé il cellulare, ha dubitato della scolaresca sannita ed ha autorizzato che venissero controllati gli zaini dei bambini, in presenza degli stessi, chiedendo che fossero controllati prima quelli dei maschietti - avendo ritenuto di averlo dimenticato nel bagno dei maschi, poi anche delle bambine»

«Appare evidente - continua il deputato - che tale azione di verifica si è fondata sul sospetto che i bambini avessero trafugato il cellulare mettendo in atto, in tal modo, un comportamento che di fatto li ha fatti sentire umiliati, ha indignato le famiglie e ha lasciato costernata una comunità intera».

Secondo Rubano si tratta di un comportamento che «non ha certo rappresentato per le bambine e i bambini un esempio educativo e formativo di qualità e, al contrario, ha rappresentato una modalità astiosa e acrimoniosa di agire».

A questo si aggiunga che il dirigente scolastico «non ha ritenuto di doversi scusare per il disdicevole gesto» e per «aver mortificato la morale ed i principi della comunità tutta».

Da qui la richiesta al ministro di «verificare i fatti» e di conoscere, «se confermati, quali misure anche di natura disciplinare intenda adottare nei confronti del dirigente scolastico».

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