Aldo Balestra
Diritto & Rovescio

Se il Papa sta male
non riguarda solo la Chiesa

Papa Francesco durante l'udienza generale in Vaticano del 28 febbraio 2024 poco prima del ricovero lampo
Papa Francesco durante l'udienza generale in Vaticano del 28 febbraio 2024 poco prima del ricovero lampo
Aldo Balestradi Aldo Balestra
Mercoledì 28 Febbraio 2024, 14:27 - Ultimo agg. 14 Aprile, 10:32
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«Il Papa sottoposto ad alcuni accertamenti diagnostici”  (Ansa, 28.02.2024, ore 12.49)
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Qui non si tratta di essere cattolici e magari particolarmente legati alla figura, carismatica, di Papa Francesco. Per cui, alla notizia odierna di un ricovero lampo del Pontefice presso l'Ospedale Isola Tiberina del Gemelli l'apprensione è tornata, come in occasione di altre "corse" in ospedale. Stavolta solo accertamenti diagnostici in day hospital già programmati, e che sono durati - secondo quanto dichiarato dal Vaticano - solo poche ore. Ma il peggioramento delle condizioni di salute già precarie di quest'uomo di 87 anni, a cui manca un polmone e che soffre da tempo di problemi respiratori e intestinali, preoccupa ogni volta di più. Preoccupa anche chi vuol essere un “semplice” osservatore delle cose di tutti, non prettamente (solo) della Chiesa cattolica.

Papa Francesco, in un mondo che mai come in questo momento non trova pace, che pratica la guerra come sistema regolatore di controversie antiche dal punto di vista territoriale e sempiterni dal punto di vista economico, continua ad essere un inequivocabile elemento chiarificatore. Magari la sua voce appare flebile, ma è di indiscusso valore morale, sopra le parti. E magari il più delle volte non viene ascoltato dai potenti della Terra, quelli che hanno a disposizione i codici delle pericolose valigette. Ma il Papa invoca cose giuste, vuol tutelari valori universali non ripetibili, a cominciare da quello della vita, di ogni singola vita e di popoli interi.

Invoaca la tutela della Terra, unica e irripetibile. Ecco perché il Pontefice rimane, oggi, l'unico vero Politico di cui possiamo, come dire, “fidarci”. Perché i suoi sono richiami alla ragionevolezza del genere umano in tempi in cui la ragione pare persa. Per cui, magari in un giorno "qualsiasi" come quello di oggi, in cui la guerra in Ucraina continua e si discute se utilizzare le truppe Nato direttamente nel conflitto, nel giorno in cui la Russia vuol conquistare nuovi territori ucraini e annuncia possibili scenari di soluzini nucleare, in cui Israele continua la sua azione violentissima su Gaza, epprò in un giorno in cui definiamo ancora tutto sommato "normale" (percé in fondo ci abituiamo a tutto), suscita apprenzione la notizia di un Papa che ha bisogno (seppur per poche ore) dell'ospedale. E' che propriuo non riusciamo ad immaginarci “senza” quell'umano baluardo di saggezza.

C'è bisogno di pace e chi c'è ad invocarla, più autorevole, di Papa Francesco? Lui c'è, e fino a quando avrà forza di farlo, predicherà pace. Non poco, anzi tutto, in tempi scellerati come questi in cui l'uomo studia come autodistruggersi, ora che pensa di essere diventato “grande”.
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«Gli uomini non stanno insieme se non si esercitano anche nell’arte del perdono, per quanto questo sia umanamente possibile. Ciò che contrasta l’ira è la benevolenza, la larghezza di cuore, la mansuetudine, la pazienza». (Papa Francesco)

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