Chiara Ferragni e Fedez si ritrovano sotto lo stesso tetto per l'amore dei figli. Il giorno del sesto compleanno di Leone è l'occasione per seppellire l'ascia di guerra. Il rapper è tornato a casa, dopo averla lasciata nelle scorse settimane, quando è scoppiata la crisi con la moglie. Ma è proprio guardando i figli nelle foto e nei video, che si intuisce che nel dietro le quinte la situazione è piuttosto complicata. Da qualche giorno, infatti, i due non inquadrano più Vittoria e Leone in faccia. Un dettaglio notato dai fan, che potrebbe avere una spiegazione logica e significherebbe che l'addio tra i due è concreto e (forse) irreversibile.
Perché i Ferragnez non inquadrano più i figli
Quando due genitori sono separati o divorziati, la gestione dei figli minori diventa ovviamente più complessa, soprattutto se sono ancora in tenera età come i bambini di Chiara Ferragni e Fedez.
Il nuovo atteggiamento
Di certo, fa strano vedere questo nuovo atteggiamento sui social dei due. Gli stessi che hanno portato le telecamere anche in sala parto. Dunque, che il motivo sia legato alla crisi sembra abbastanza scontato.
La legge
Come riporta il sito, specializzato in diritto, Altalex «nel caso in cui i genitori siano separati o divorziati, prima di condividere uno scatto che ritrae il bambino, occorre munirsi dell’assenso dell’altro. Infatti, la diffusione dell’immagine non è un atto di ordinaria amministrazione, che può essere compiuto senza confrontarsi con l’altro genitore ma, al contrario, postula il comune accordo».
I precedenti
Il sito Altalex riporta anche alcuni precedenti. Ad esempio, nella vicenda del padre separato, che pubblicava immagini della figlia su Facebook in modo abnorme, tanto da mettere in imbarazzo la ragazza, è intervenuta la condanna alla cessazione della condotta molesta (Trib. Pistoia, ordinanza del 7 luglio 2018).
L'intervento del giudice
Per la legge «il giudice può ordinare la cancellazione delle immagini pubblicate senza consenso, imporre al genitore di non pubblicare altre immagini (la cosiddetta inibitoria), condannare il genitore al risarcimento del danno anche con riferimento ai vecchi post e prevedere una “sanzione” per ogni successiva pubblicazione avvenuta senza consenso (Trib. Roma, Ord. 23.12.2017)».