«Assopigliatutto», Riesame-bis conferma
e i pm sono pronti a chiedere il processo

«Assopigliatutto», Riesame-bis conferma e i pm sono pronti a chiedere il processo
di Mary Liguori
Sabato 13 Maggio 2017, 08:09
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Entro fine mese «Assopigliatutto» dovrà superare lo scoglio dell’udienza preliminare: la procura di Santa Maria Capua Vetere è infatti pronta a chiedere il rinvio a giudizio per buona parte degli indagati per la presunta appaltopoli dell’Alto Casertano. Regge sostanzialmente sul capo «M» della lunghissima sfilza di accuse il futuro dell’inchiesta, perché è su questa contestazione che il quadro accusatorio ha passato sia il vaglio della Cassazione che quello del Tribunale del Riesame. Regge, dunque, sul capo relativo alla turbata libertà del contraente aggravata e continuata in relazione agli appalti per la nettezza urbana affidati alla Termotetti dai comuni di Alvignano, Piedimonte Matese e Casagiove.

È questa la conclusione della X sezione del Tribunale del Riesame di Napoli che ha spiccato misure cautelari per gli indagati al centro della vicenda, riconoscendo pertanto la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza in relazione agli affidamenti in questione.Ragion per cui, nella giornata di ieri, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Caserta, diretti dal tenente colonnello Luca Cioffi, hanno eseguito - su ordine del Tribunale del Riesame - due provvedimenti di divieto dimora in Terra di Lavoro a carico dell’ex presidente della Provincia di Caserta, Angelo Di Costanzo, e di Vincenzo Mario Franco, ex comandante dei vigili e dirigente del settore Ambiente di Alvignano.
Domiciliari, invece, per Luigi Imperadore, titolare della Termotetti, e Francesco Raucci, ex direttore di un’unità della stessa azienda. Dopo l’annullamento di parte delle misure disposto a settembre dai giudici della Libertà, i pm Alessandro Di Vico e Giorgia De Ponte avevano presentato ricorso in Cassazione e i giudici della Suprema Corte rinviato gli atti a Napoli.

Due giorni fa, la X sezione del Riesame ha riconosciuto validi gli indizi raccolti in merito alla vicenda degli appalti per i rifiuti nei tre comuni in questione e spiccato le quattro misure cautelari. Al centro delle contestazioni, i presunti favori concessi alla Termotetti dagli amministratori comunali dell’Alto Casertano. Per il gip Ivana Salvatore, che firmò a settembre 7 arresti in carcere e 13 ai domiciliari, i bandi di gara venivano confezionati su misura per scoraggiare eventuali concorrenti della Termotetti, colosso del settore ambiente. Con una clausola specifica - l’azienda doveva realizzare anche l’isola ecologica nei comuni in cui si accaparrava il servizio - Termotetti, provenendo dal settore edile, poteva permettersi la realizzazione dell’opera a costi vantaggiosi e così la spuntava sugli altri concorrenti. L’iter giudiziario ha subito una brusca battuta d’arresto in fase di Riesame, con una serie di annullamenti motivati con la necessità di «approfondire i riscontri» alle dichiarazioni delle due controverse figure che, con le loro rivelazioni, stanno determinando, dal 2015, una serie di inchieste sulla pubblica amministrazione in tutta la provincia di Caserta: Antonio Scialdone e Alberto Di Nardi. I pm, a ogni modo, dopo gli annullamenti, presentarono ricorso in Cassazione. Di qui il rinvio degli atti a Napoli e la nuova decisione della X sezione del Tribunale della Libertà con le conseguenti misure, risultate blande rispetto a quelle iniziali - i 4 indagati erano tutti finiti in carcere - in quanto nessuno di loro ricopre più cariche pubbliche.

Entro i prossimi dieci giorni, sia per i destinatari delle misure emesse ieri, sia per i restanti indagati, l’ufficio inquirente diretto dal procuratore Maria Antonietta Troncone chiederà il processo: Di Costanzo, dunque, Franco, ma anche per l’ex sindaco di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello, tra gli altri. È già in corso un processo, disposto con giudizio immediato, invece, per Luigi Imperadore, Francesco Raucci e Gaetano Rauso. Differente la posizione di Pietro Cappella, ex presidente del Consorzio Sannio alifano, per il quale c’è stato uno stralcio dalle posizioni relative alle presunte turbative negli enti comunali. 
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