Caserta, la lavanda dei piedi: «un invito a essere piccoli e disponibili»

L'arcivescovo durante la messa crismale: «pregate per me e per il compito affidatomi»

La lavanda dei piedi
La lavanda dei piedi
di Nadia Verdile
Venerdì 29 Marzo 2024, 09:32
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«La lavanda dei piedi è simbolo di ospitalità. Un tempo era un dovere dello schiavo verso il padrone che rientrava a casa. Poi Gesù lo rese gesto d'amore. Ciascuno di noi sia in ginocchio davanti all'altro in nome dell'amore». Così ha detto ieri pomeriggio in cattedrale il vescovo Pietro Lagnese nella “Coena Domini”, la messa per commemorare l'ultima cena e per il rito della lavanda dei piedi.

Inginocchiato, al cospetto di dodici persone della Comunità casertana di Sant'Egidio, ospiti e volontari, il vescovo ha riportato in vita il Vangelo di Giovanni. «Questa lavanda ha sottolineato il presule è una delle più grandi lezioni che Gesù ha dato ai suoi discepoli; lo ha fatto con un esempio fortissimo invitandoli a seguirlo sulla via della generosità, quella del dono di sé verso sorelle e fratelli nell'umanità.

Lui era figlio di Dio ed era in ginocchio, come lo schiavo davanti al padrone. Ci ha insegnato che si deve essere piccoli, umili, disponibili». In una cattedrale gremitissima, con in prima fila le bambine e i bambini del catechismo, c'è stata la cerimonia che ha dato il via ai giorni più importanti del cristianesimo. I riti liturgici del giovedì santo, quando la Chiesa celebra l'istituzione dell'Eucaristia, comprendono anche l'istituzione dell'ordine sacro, del sacerdozio cristiano, e così ieri il vescovo ha presentato alla città Salvatore e Armando, prossimi al sacerdozio.

«Gesù ha detto Lagnese come scrive Giovanni, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine, e mentre il diavolo aveva già messo nel cuore di Giuda l'intento di tradirlo, si alzò da tavola, si tolse le vesti e preso un asciugamani se lo cinse intorno alla vita, versò dell'acqua nel catino e con un gesto inaudito, perché come abbiamo ricordato era riservato agli schiavi e ai servi, si inginocchiò per lavare i piedi degli apostoli.

E allora Pietro si oppose ma Gesù rispose: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo perché se non ti laverò, non avrai parte con me. Bisogna essere umili, bisogna condividere l'amore, è necessario comprendere e perdonare”».

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Qualcuno si è commosso. Ognuno si è riconosciuto nella condizione di bisogno d'amore, quello che manca nelle cose del mondo che sembrano andare sempre più verso abissi di dolore e arroganza. E a quegli ultimi della società, troppo spesso vissuti come “scarti”, accolti dalla Comunità di Sant'Egidio, è andato l'amore del presule e dell'umanità.

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