Dipendente assente per malattia o infortunio? No problem, anche l'imprenditore ha diritto a un indennizzo

Tricomi (risarcire.it): ogni anno non vengono richiesti circa 50 milioni di euro

Dipendente assente per malattia o infortunio? No problem, anche l'imprenditore ha diritto a un indennizzo
di Nunzia Marciano
Giovedì 29 Giugno 2023, 17:58
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“Peggio del non avere qualcosa”, recita un vecchio detto, “è il fatto di non sapere di poterla avere”, un proverbio più che adatto quando parliamo di imprese e lavoro, in particolare di un istituto giuridico di cui pochissimi conoscono l’esistenza e di cui, di conseguenza, quasi nessuno si avvale: stiamo parlando della “rivalsa del datore di lavoro” che può essere esercitata da un imprenditore quando un suo dipendente si infortuna.

Peccato, però, che nell'80% dei casi questa possibilità non viene esercitata semplicemente perché non si sa di poterlo fare. Al di là del paradosso, a connotare ancora di più la vicenda sono i numeri, a partire dai circa 50 milioni di euro che, ogni anno, restano nelle casse delle compagnie assicurative per un motivo che ha dell'incredibile, come spiega Manuel Tricomi, Ceo di risarcire.it e risarcimentordinario.it: «Troppo spesso il datore ritiene che il rimborso erogato dagli assicuratori sociali corrisponda al giusto rimborso.

In realtà, INAIL e INPS integrano la busta paga del lavoratore infortunato ma non coprono alcuni costi a carico dell’azienda, variabili in relazione al settore di riferimento».

Il datore, ha, però, diritto a chiedere un rimborso di questi costi direttamente al responsabile civile che ha causato l’assenza del dipendente dal suo posto di lavoro: «In base all’articolo 2043 del Codice Civile», sottolinea Tricomi, «se c’è un danno ingiusto, chi lo ha causato è tenuto a risarcirlo. Nel caso dell’incidente in auto, ad esempio, il datore di lavoro che richiede la rivalsa non è interessato al risarcimento che il dipendente ha ottenuto dalla compagnia di assicurazioni, ma solo a chi ha causato l'impatto. Causando l’incidente, infatti, l’altro guidatore ha generato anche un danno ingiusto per l’azienda». Facile immaginare quanto questo diritto sconosciuto possa aiutare un settore, come quello delle imprese, spesso in grandissima difficoltà.

Ma come funziona, in dettaglio? Secondo la normativa, l’azienda ha fino a due anni di tempo, dal momento dell’incidente, per poter quantificare il danno e richiedere la rivalsa alla persona che lo ha provocato: non importa se il danno è ancora in itinere o già chiuso, la prescrizione è infatti di 24 mesi e si può tornare indietro nel tempo anche se il dipendente assente per cause dovute a terzi non lavora più per quella determinata azienda. La rivalsa la si può chiedere non solo in caso di infortunio ma anche in caso di malattia, a patto che sia imputabile a un responsabile esterno coperto da assicurazione. Una volta che l’azienda ha conosciuto l’importo da richiedere, dovrà semplicemente inviare attraverso il proprio consulente una richiesta formale al Responsabile civile.

Questo passaggio agevola l’iter per ottenere il risarcimento che avviene nel 90% dei casi. Naturalmente ci sono alcune regole da seguire: «L’azienda», chiarisce infatti, Tricomi, «deve aspettare che sia chiara la dinamica dell’incidente per capire se vi siano i presupposti per effettuare la rivalsa e deve identificare con certezza i dati del responsabile o della sua compagnia assicuratrice, sapendo che la rivalsa può essere esperita anche in caso di responsabilità parziale. Si tratta insomma di un diritto da esercitare e che, di fatto, ha avuto anche l'imprimatur della Cassazione. La Suprema Corte, in una sentenza del 1988, ha sancito il principio secondo il quale il responsabile di lesioni a danno di un lavoratore dipendente, è tenuto a risarcire il datore di lavoro, per il periodo in cui il dipendente non potrà assicurare la propria prestazione lavorativa». Un diritto che, appunto, non viene quasi mai esercitato e siti web come risarcire.it e risarcimentordinario.it nascono proprio da quest'esigenza. Un modo per aprire strade importanti per chi fa impresa in un momento particolarmente complicato come quello attuale.

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