Avellino: falsi incidenti, truffe alle assicurazioni verso il rinvio a giudizio per quattordici

In due hanno scelto di patteggiare

Falsi incidenti, indagano i carabinieri
Falsi incidenti, indagano i carabinieri
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 8 Marzo 2023, 09:44
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Truffe incidenti falsi, verso il rinvio a giudizio per quattordici imputati. Due invece hanno scelto di patteggiare: Gennaro Cirino a un anno e otto mesi con risarcimento alle assicurazioni e Ramona Fierro a un anno e dieci mesi. Verso il processo ordinario Kevin De Vito, Danilo Porcile (sottoposto all'obbligo di dimora e per il quale è stata chiesta la revoca), Samantha Porcile, Salvatore De Vito, Patrizio Tedesco, Mario Emanuele Tedesco, Giuseppe Testa, William Trerotola, Mariano Zarro, Alfredo Gaita, Roberto Giannattasio, Nello Sirica, Giulio De Rosa e Filomena De Maio difesi da Gaetano Aufiero, Marino Capone, Federica Renna, Gerardo Santamaria.

I sedici erano accusati di concorso in falso ideologico e falso materiale, fraudolento danneggiamento di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona.

Dall'attività di indagine svolta dai militari dell'Arma è emersa l'esistenza di tre distinti gruppi criminali dediti all'organizzazione di una notevole quantità di falsi sinistri stradali, con il concorso di diversi complici, di varia estrazione sociale e professionale. Stando a quanto emerso dalle indagini i tre gruppi criminali avrebbero organizzato ben 74 falsi sinistri stradali, per un potenziale danno economico alle compagnie assicurative coinvolte pari a circa 600mila euro (di cui oltre 270mila euro già liquidati a favore delle false vittime degli incidenti).

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Le indagini hanno, altresì, consentito di ricostruire l'articolata compagine organizzativa, fatta, appunto, di distinti gruppi criminali, operanti in ambiti diversi, acquisendo indizi di reità nei confronti di 267 persone. I tre gruppi criminali utilizzavano uno stesso protocollo per i falsi sinistri: venivano inscenati in zone prive di sistemi di videosorveglianza e le lesioni, procurate al fine di supportare le richieste risarcitorie, andavano da quelle più lievi fino a quelle più gravi con la rottura dei denti o fratture agli arti. A tal fine, gli indiziati assoldavano soprattutto persone in precarie condizioni economiche che esasperati dalle difficoltà erano pronti a subire lesioni di particolare gravità, con la promessa dei risarcimenti assicurativi. I sodali si avvalevano per la compilazione delle pratiche risarcitorie - di 17 medici (indagati a piede libero con l'accusa di rilascio di attestazioni false circa le lesioni subite dalle vittime), di 3 avvocati (due dei quali inizialmente furono destinatari della misura restrittiva degli arresti domiciliari) e di 2 titolari di studi di infortunistica stradale. Le compagnie assicurative hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo.
 

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