Gentile direttore de Core,
sentiamo sempre più spesso parlare di intelligenza artificiale, di nuove tecnologie che miglioreranno la qualità della vita, penso ad esempio alle loro vaste applicazioni nel campo della sanità, delle cure mediche. Dall'altro i conflitti in corso, inEuropa come in Medio Oriente si combattono ricorrendo ad un uso diverso delle medesime tecnologie, a droni, a missili di alta potenza e a quanto pare, alta precisione; potenza e precisione che non evitano tuttavia, le vittime civili. Penso sia importante riflettere sul senso della tecnologia e del progresso, che è tale se serve a migliorare le condizioni di vita delle persone, la cultura, se offre reale possibilità di sviluppo socioeconomico. Se progresso vuol dire uccidere o estendere il proprio dominio, allora penso ne viviamo un'idea sbagliata. Gradirei molto, conoscere il Suo autorevole punto di vista in merito.
Almerico Pagano
Scafati
Il direttore risponde
Caro Almerico,
il tema da lei sollevato è di strettissima attualità,tanto che non passa giorno che un allarme del genere non venga sposato ai livelli più diversi da enti sovranazionali, istituzioni, esperti, semplici cittadini. Partiamo da una considerazione: le tecnologie, in ogni campo applicate, devono essere di aiuto, sostegno, sviluppo,miglioramento ma senza avere potere (illimitato?) di surroga.I processi, pur così repentini come quello a cui stiamo assistendo, vanno governati, non subiti. Anche i congegni che simulano i processi di intelligenza umana - e stimo parlando in particolare dell’IA, l’Intelligenza artificiale - devono essere sottoposti a norme certe e non elusive.