PORDENONE - Quanto vale, in termini di giustizia, il dolore di una donna che, poco prima di convolare a nozze con quello che credeva fosse l'amore della sua vita, scopre in realtà di essersi innamorata di un bugiardo e truffatore? Ieri il giudice monocratico Milena Granata ha stabilito che "pesa" un patteggiamento di dieci mesi in continuazione. Null'altro visto che la fidanzata non ha voluto costituirsi parte civile ed è facile immaginare il perché: probabilmente con quell'uomo che le ha rovinato la vita non vuole più averci nulla a che fare. Tantomeno in un aula di tribunale. Armando Gregory Inglese, cinquantenne pugliese difeso dall'avvocato Esmeralda Di Risio, si trova in carcere per altre truffe importanti messe a segno nella sua terra e da ieri a questo lungo elenco si sono aggiunti i dieci mesi in continuazione, condanna emessa dal giudice pordenonese per truffa e sostituzione di persona.
Roma, sposi truffatori per avere i sussidi: lei finta cieca, lui finto padre con tre figli
Nella vicenda finita in tribunale c'erano tutti gli ingredienti di una bella storia d'amore, di quelle che fanno sognare.
Il cinquantenne non solo si era finto un altro, ma aveva fatto credere alla futura sposa di poter contare su un consulente finanziario per curare gli investimenti. Una volta chiesta in sposa, l'aveva convinta ad "approfittare" del professionista e si era fatto consegnare varie somme che andavano a rimpinguare un conto PostePay a lui intestato. Era convinta che il suo fidanzato attraverso il consulente finanziario li avrebbe fatti fruttare. Ma a un certo punto accade qualcosa e la donna lo smaschera grazie ai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Spilimbergo. Dalle loro indagini emerge la cruda realtà: il suo nome è falso come il suo ruolo in una multinazionale e non ha nemmeno un attico a Roma. Si copre poi che Armando Gregory Inglese è un ex allenatore leccese, fallito a giugno 2021 con la società New energy di Galatina e ha alle spalle condanne pesanti. Alle quali ieri si sono aggiunti i 10 mesi patteggiati con il giudice pordenonese.