La Coppa di Nestore trasferita a Baia, scontro Lacco Ameno-Soprintendenza

Gli amministratori: «Dovevate almeno avvisarci e concordare con noi, la Coppa non è un pacco postale»

il cartello che annuncia che la Coppa di Nestore non è più in esposizione a Lacco Ameno
il cartello che annuncia che la Coppa di Nestore non è più in esposizione a Lacco Ameno
di Massimo Zivelli
Lunedì 22 Aprile 2024, 17:58 - Ultimo agg. 23 Aprile, 11:20
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«È inaccettabile quanto è appena capitato al Museo archeologico di Pithecusae, a Lacco Ameno: la Coppa di Nestore, gioiello d’arte e archeologia di inestimabile valore, cuore del Museo di Pithecusae, ci è stata letteralmente sottratta per 20 giorni e senza alcun tipo di preavviso».

Il sindaco di Lacco AmenoGiacomo Pascale e dall'assessore alla Cultura, Carla Tufano, polemizzano  contro la decisione della Sovrintendenza che che senza alcun prevviso ha fatto nella mattina di oggi di oggi prelevare dal Museo di Villa Arbusto il prezioso reperto archeologico di epoca greca.

«Il trasferimento - continua la nota di protesta - è avvenuto senza una ragione scientifica discussa con l’ente locale, senza considerazione alcuna sugli effetti turistici in uno dei periodi (i ponti) in cui il polo museale registra da sempre numeri altissimi di visitatori. L’Amministrazione di Lacco Ameno per la prima volta dopo diversi anni ha deciso di investire in maniera ingente sulla cultura e sulla valorizzazione del proprio patrimonio culturale. La campagna regionale per la valorizzazione dell’intera isola ha puntato molto anche sulla Coppa di Nestore.
Per noi è del tutto inaccettabile che senza alcun tipo di confronto con l’Amministrazione la Soprintendenza abbia deciso di mandare i suoi tecnici e il servizio di trasporto a prelevare la Coppa per portarla ad una mostra a Baia».

«Un ospite che voglia visitare il Museo per ammirare la Coppa ora resterà deluso - continua la nota del Comune - Noi non siamo gelosi della Coppa di Nestore.

Come è avvenuto in passato, con ben altre modalità, siamo stati orgogliosi di condividere esperienze di confronto con altre realtà, con interlocutori rispettosi del buon senso, del nostro lavoro e dei nostri sforzi. Ma non possiamo accettare quello che è successo oggi: la Coppa portata via, davanti agli occhi dei lavoratori del nostro Museo, da parte della Soprintendenza. È un affronto».

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