Palazzo crollato a Torre del Greco, l'ipotesi di un'infiltrazione d'acqua

Via alla superperizia: accertamenti affidati al professore Nicola Augenti, che si era già occupato della tragedia di rampa Nunziante

Il palazzo crollato a Torre del Greco
Il palazzo crollato a Torre del Greco
di Dario Sautto
Mercoledì 19 Luglio 2023, 00:11 - Ultimo agg. 20 Luglio, 07:26
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Sono iniziati ieri mattina gli accertamenti irripetibili che la Procura di Torre Annunziata ha affidato al professor Nicola Augenti, lo stesso che si è occupato del crollo di Rampa Nunziante, dove persero la vita otto persone tra cui due bambini. Una perizia che servirà a capire le cause del cedimento del palazzo di corso Umberto I a Torre del Greco, dove sono rimaste ferite cinque persone, tra cui una ragazza che ieri è stata sottoposta al terzo intervento chirurgico, stavolta al ginocchio, dopo la riduzione delle fratture a femore e bacino.

Nel registro degli indagati la Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, aggiunto Giovanni Cilenti, sostituto Alessandra Riccio) aveva iscritto i nomi di 27 persone, ma gli avvisi di garanzia sono stati notificati a 25 indagati poiché nel frattempo uno dei proprietari degli immobili è deceduto, mentre una donna è residente all’estero. 

Un atto dovuto, quella dell’iscrizione con l’accusa di crollo colposo anche di due tecnici del Comune di Torre del Greco, che servirà a far proseguire le indagini e permetterà a tutti gli indagati di potersi difendere in maniera adeguata, nominando un avvocato e consulenti di parte. Al momento, solo uno degli indagati ha deciso di conferire incarico ad un perito, che ieri mattina ha seguito i primi accertamenti irripetibili sulle macerie lasciate dal palazzo crollato domenica mattina alle 11 al civico 59 di corso Umberto I.

Grazie ai mezzi messi a disposizione dai vigili del fuoco, che hanno seguito tutte le operazioni anche per garantire la sicurezza dei presenti, sono stati rimossi in maniera controllata i primi strati di macerie. Un’ala dell’edificio risulta tuttora a rischio crollo, dunque l’attività di rimozione è stata sospesa nel pomeriggio per l’ulteriore messa in sicurezza.

 

Le operazioni dovrebbero riprendere in mattinata, ma potrebbero durare diversi giorni e serviranno anche a mettere in sicurezza anche gli altri edifici confinanti, che sono stati sgomberati. In totale, sono oltre cento le persone alloggiate tra la scuola San Francesco d’Assisi, dove il Comune ha realizzato delle stanze nelle aule, e alcune strutture alberghiere della zona. In gran parte si tratta di residenti degli altri sette edifici sgomberati per motivi di sicurezza e che attendono il nulla osta per poter far rientro nelle loro abitazioni, non interessate direttamente dal crollo di domenica. Ma prima di ottenere il permesso a tornare in casa, la Procura - con le indagini affidate ai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Torre del Greco - sta cercando di cristallizzare la situazione, in modo da arrivare in meno tempo possibile a scoprire con certezza le cause del crollo.

Molto probabilmente, il cedimento improvviso è avvenuto a causa delle condizioni precarie dello stabile, già più volte destinatario di ordinanze di inagibilità negli anni scorsi. Tra le cause ipotizzate c’è quella di una perdita d’acqua risalente ad oltre dieci anni fa e mai riparata dal proprietario di una delle abitazioni sfitte presenti nell’edificio. Secondo l’amministratore del condominio, tutto potrebbe essere ricondotto a problemi a un appartamento disabitato al secondo piano. 

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Tutte ipotesi che saranno verificate innanzitutto con gli accertamenti irripetibili sul posto, ma successivamente raffrontate con i documenti già acquisiti dai carabinieri negli uffici del Comune di Torre del Greco. Due sono i profili di responsabilità sui quali sono al lavoro gli inquirenti: c’è da capire innanzitutto da quanto tempo i proprietari sapevano dei lavori di ristrutturazione e consolidamento dell’edificio da fare e se dunque siano mai stati effettuati; e ancora, se il Comune di Torre del Greco abbia mai riscontrato l’effettiva esecuzione di quei lavori oppure se, come previsto dalla norma, doveva sostituirsi ai proprietari per eseguire quelle opere di messa in sicurezza in danno ai residenti. Una delle ordinanze del Comune risalirebbe al 2013, anche se dagli uffici comunali trapela che nel 2015 fosse arrivato anche un certificato di eliminato pericolo. Dunque, dei lavori potrebbero essere stati eseguiti. Nel frattempo, si cercano eventuali provvedimenti risalenti agli anni precedenti e che certificherebbero le precarie condizioni strutturali del palazzo già in quel periodo. 

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