Giù un palazzo a Torre del Greco, 27 indagati per crollo colposo

Nel mirino della Procura i proprietari degli appartamenti e due tecnici comunali

Le macerie del palazzo
Le macerie del palazzo
di Aniello Sammarco e Dario Sautto
Lunedì 17 Luglio 2023, 23:00 - Ultimo agg. 18 Luglio, 18:10
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Sono 27 gli indagati che hanno ricevuto un avviso di garanzia per il crollo che domenica mattina ha provocato il ferimento di tre persone a Torre del Greco. La svolta è giunta nella serata di ieri, quando la Procura della Repubblica di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso) ha avviato la notifica dei provvedimenti: tra i destinatari anche due tecnici comunali che - è l’ipotesi degli inquirenti - potrebbero non avere correttamente vigilato nel corso degli anni sullo «stato di salute» della palazzina a tre piani sbriciolatasi due giorni fa.

E questo nonostante proprio dal Comune ieri si ostentava una certa sicurezza in merito alla vicenda dell’ordinanza emessa nel 2013 e giunta dopo un sopralluogo seguito alla segnalazione di alcuni residenti. Tra gli indagati (per tutti l’accusa è di crollo colposo) anche i proprietari delle diverse unità abitative dello stabile, abitato fino a domenica da 23 persone. Ma tra gli appartamenti ce n’era anche uno sfitto: quello appunto il cui proprietario aveva ricevuto l’ordinanza di dissesto statico nel 2013. Ordinanza che all’epoca parlava di «infiltrazioni d’acqua dal solaio intermedio collocato al secondo livello del fabbricato, in una cameretta dell’unità immobiliare posta al primo piano».

La camera di cui si fa riferimento, ha spiegato il dirigente comunale Antonio Sarnello al sindaco Luigi Mennella, è quella dove si trovava la ventenne rimasta coinvolta nel crollo.

E ancora: «Dopo un’ispezione interna ed esterna si è accertato che l’infiltrazione proviene probabilmente dai lastrici solari del fabbricato, attraversando l’appartamento sfitto. Infine, dalle facciate esterne del fabbricato si nota la caduta di intonaco dai fregi ornamentali del cornicione». Per quella ordinanza, è stato spiegato ieri al Comune, agli atti dell’ente c’è un certificato di eliminato pericolo del 2015. Due anni dopo, cioè, l’ordinanza che segnalava problemi tra il primo e il secondo piano dello stabile di corso Umberto I 59. Quello all’angolo con vico Pizza caduto domenica.

 

È stata trasformato in semplice sopralluogo l’appuntamento di questa mattina fissato dal consulente tecnico incaricato dalla Procura, il professor Nicola Augenti. Per effettuare gli esami irripetibili di cui ha parlato ieri il procuratore Fragliasso - che richiedono la presenza dei periti di parte, motivo dell’emissione degli avvisi di garanzia, cioè un atto a granzia delle parti coinvolte - nel corso di una riunione col prefetto Claudio Palomba, il sindaco Mennella, il suo vice Michele Polese e i rappresentanti di forze dell’ordine e 118 bisognerà attendere ancora, forse fino a domani. 

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Il tempo necessario agli indagati per nominare i tecnici di parte per seguire le operazioni “irripetibili” utili a capire cosa sia successo. E se le problematiche evidenziate nell’ordinanza del 2013 possano essere alla base del crollo. C’è chi ancora oggi, infatti, parla di quelle infiltrazioni come di una possibile causa. Tra questi anche l’amministratore dimissionario dell’immobile, Giancarlo Cataldo, ascoltato dai carabinieri, che a chi l’ha contattato avrebbe posto in correlazione il cedimento con le condizioni dell’appartamento sfitto al secondo piano.
Sul fronte sfollati, ieri il Comune ha deciso di allestire un centinaio di posti-letto nella scuola media D’Assisi di viale Dalla Chiesa. Alla base della decisione il crescente numero di sfollati (arrivato a superare quota cento). Dalla protezione civile regionale sono arrivati decine di lettini per allestire di postazioni. Una buona notizia infine è giunta dall’ospedale del mare di Napoli, dove è ricoverata la ragazza estratta viva dalle macerie: è stata operata per una frattura al femore (per fratture vertebrali e al bacino si deciderà). Ieri ha ricevuto la visita del sindaco Luigi Mennella: «L’ho trovata provata e dispiaciuta perché la sua casa praticamente non c’è più, ma circondata dall’affetto dei suoi cari».
 

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