Palazzo crollato a Torre del Greco: «Poteva essere una strage, la Madonna ha fatto il miracolo»

Nella zona del dissesto sarebbe passata in serata la processione del Carmine

I soccorritori al lavoro
I soccorritori al lavoro
di Francesca Mari
Domenica 16 Luglio 2023, 23:01 - Ultimo agg. 17 Luglio, 16:50
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«A’ Maronna d’o Carmine ce ha mise a mana soja». I residenti di vicolo Pizza, la stradina di corso Umberto I interessata dal crollo, poi tutti i cittadini torresi hanno gridato al miracolo quando alle 19 di ieri sera, dopo che si scavava a mani nude ormai dalle 11.30, è arrivata l’assoluta certezza che sotto quelle macerie non ci fosse più nessuno. 

Proprio alle 19 sarebbe dovuta passare di lì la processione della Madonna del Carmine, che si festeggiava ieri e la cui icona è custodita nell’omonima parrocchia in piazza Luigi Palomba, a poche centinaia di metri dal crollo. Se la palazzina di tre piani abitata da circa 30 persone, che solo per combinazione non erano tutte in casa (alcune al mare ed altre da parenti), fosse crollata a quell’ora si sarebbe consumata una strage.

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Invece non è accaduto, ma solo per un caso fortuito. In casa c’erano solo quelle tre persone che sono state estratte vive e soccorse perché ferite, fuori due persone colpite e ferite al passaggio. Un bilancio, quindi, di cinque feriti che alla fine ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai residenti, ma che fin dalle prime ore del terribile crollo hanno espresso rabbia, paura e livore verso le Istituzioni. Molti, usciti in canottiera e boxer, si sono messi a scavare a mani nude per liberare le persone intrappolate fino all’arrivo dei soccorsi. Alle 11.30 in corso Umberto, arteria popolare del centro storico che conduce alla centrale piazza Luigi Palomba, era il delirio. Un forte boato, la palazzina si è interamente sbriciolata, poi un enorme polverone di fumo. 

«Mi sono affacciato alla finestra- ha detto Gerardo Scognamiglio, residente nel palazzo di fronte - e ho visto l’edificio cadere su se stesso. Sono sceso di corsa e ho cominciato a scavare, sentivo la voce di una donna che chiedeva aiuto». Era quella di Francesca Pia Amendola, la 19enne che dormiva quando è crollata la palazzina ed è stata colpita alle gambe, per cui impossibilitata a muoversi.

Viveva lì con la mamma, venditrice ambulante, e che in quel momento non era in casa. È arrivato il padre. «Che è successo? - ha urlato - Pia, Pia dove sta?». «Madonna mia - si udivano strilla miste a lacrime - chissà chi ci sta sotto? Che tragedia!». Erano da poco trascorse le 13 e i vigili del fuoco, i carabinieri, i volontari della croce rossa e protezione civile avevano già estratto dalle macerie la ragazza e i due uomini. Hanno continuato a scavare fino a sera per avere la certezza che nessuno fosse rimasto incastrato sotto le macerie. «Io ero in casa con mia figlia di 5 anni - ha detto Anna in lacrime, inquilina del palazzo attaccato a quello del crollo e tra gli sfollati - e siamo stati colpiti dai calcinacci. I bambini ricoperti di terreno. Ora sono da parenti, siamo storditi non sappiamo dove andremo. Eppure lo diceva mio marito da 15 anni che questo palazzo avrebbe ceduto, era vecchissimo e pieno di rigonfiamenti». 

 

«Aveva messo pure una rete l’amministratore di condominio - ha urlato R. - perché cadeva a pezzi, ma nessuno ci ha mai pensato. Ora che stava per verificarsi una tragedia stanno tutti qua: le televisioni, le istituzioni, il sindaco con le majorette, ma quando noi segnaliamo i nostri problemi nessuno ci ascolta. E avremmo potuto fare tutti la fine dei topi». Tanta rabbia, urla e lacrime. «Una tragedia annunciata- ha urlato una donna- e ora cosa faremo? Dove andremo? E tutte le nostre cose che abbiamo comprato con tanti sacrifici andate perse». «Questa città tra le più antiche e con palazzine costruite nel 1800- ha urlato un uomo - non ha un piano regolatore aggiornato. È solo una vergogna. Ed ora vengono i politici a fare le passerelle». «È stato un miracolo della Madonna del Carmine - ha detto don Mario Pasqua dell’omonima chiesa - e preghiamo per la comunità. Ho sentito l’arcivescovo don Mimmo Battaglia che ci è vicino e stiamo accogliendo e siamo vicini a vittime e sfollati». 
 

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