Un artista di strada diventato popolare per il Tetris urbano in via Stanzione, il Campo da tennis in via Scarlatti e la recente pesca in via Andrea Vaccaro. Sono le proteste civico-artistiche realizzate da Ruben D'Agostino. Ad accomunarle è la chiave ironica che utilizza come strumento per segnalare i disagi e le criticità del suo quartiere, il Vomero.
«Le mie proteste artistiche nascono in modo ludico. La mia è solo una critica sottile, piuttosto mi piace sottolineare l'aspetto ludico e ironizzare sulle criticità perché credo che sia questo a dare un certo effetto, anche risolutivo».
Meno lieto, invece, l'epilogo del recente recinto per giraffe installato in via Scarlatti. L'artista spiega che questa piccola area, anche se ben delimitata, è già da un anno che aspetta di ospitare un nuovo albero: «E invece come risposta abbiamo avuto un recinto, anche piuttosto alto, che mi ha ricordato quello dello giraffe allo zoo che andavo a vedere da bambino». Dal ricordo dell'infanzia è sbocciata l'idea di collocare al suo interno un cartonato con l'immagine di una giraffa. Rimossa - racconta sorridendo senza sapere da chi - in meno di 24 ore. «E visto che non c'è stato alcun intervento per questa criticità - precisa - mi prometto di proporre qualche altra idea per evidenziarla».
Con Ruben, artista dal 2012, prende piede un nuovo percorso artistico-civico che dimostra come l'arte, a volte, possa contribuire a risolvere diverse problematiche legate a dissesti o disagi infrastrutturali. «Forse sono stato l'apripista, ma mi auguro che anche altre persone, seppur non artisti ma semplicemente creativi o hobbisti dell'arte, possano inscenare qualcosa su questo filone. Credo, infatti, che abbiano molta più risonanza mediatica queste scene grottesche e ludiche, rispetto a delle critiche sterili che non portano a niente».
Ma oltre alle idee creative che orbitano intorno alle proteste civiche, D'Agostino ha realizzato anche opere di «riqualificazione urbana». Il Tetris in via Stanzione ne è l'esempio: un'opera - del 2020 - che ha dato il via a un laboratorio sperimentale d'arte urbana per la valorizzazione del quartiere.
«Ho cominciato una protesta di abbellimento del quartiere insieme all'avvocato Procaccini e il dottor Campoli. Un'azione finalizzata a valorizzare le bellezze del Vomero e non alla mera critica. Il nostro appunto è diventato critica - chiosa Ruben - ma l'operazione del bello è stata la vera spinta iniziale». Così mostra le targhe per la toponomastica di quartiere affisse in via Belvedere durante gli esordi del progetto, e i vari posters che, con i loro tocco di colore, sembrano decorare l'inizio di Calata San Francesco. Il suo itinerario artistico accompagna fino a piazzetta Belvedere. Qui Ruben presenta con orgoglio la Corricella, un omaggio all'isola di Procida, capitale italiana della cultura 2022.
Non gli piace essere definito street artist: «Anche se le mie opere vengono mostrate per strade non sono uno street artist. Non faccio solo arte di strada. Sono un artista a tutto tondo, mi piace spaziare: realizzo sia opere di strada che opere da studio». La sua arte ricorda la Pop art: «Da qui prendo la mia ispirazione. Io sono figlio degli anni '80 e i maestri a cui faccio riferimento sono Andy Warhol e Haring. Le mie opere sono rivolte a tutti, sono universali, per questo pop, popular. La chiave di lettura è immediata e accessibile e questo rende la mia arte inclusiva, rivolta a tutti, non solo agli esperti del settore».