Arte, ironia e proteste: così Ruben D'Agostino combatte i disagi di Napoli

Ruben D'Agostino, artista di strada
Ruben D'Agostino, artista di strada
di Emma Onorato
Sabato 24 Settembre 2022, 17:49 - Ultimo agg. 25 Settembre, 09:01
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Un artista di strada diventato popolare per il Tetris urbano in via Stanzione, il Campo da tennis in via Scarlatti e la recente pesca in via Andrea Vaccaro. Sono le proteste civico-artistiche realizzate da Ruben D'Agostino. Ad accomunarle è la chiave ironica che utilizza come strumento per segnalare i disagi e le criticità del suo quartiere, il Vomero.

«Le mie proteste artistiche nascono in modo ludico. La mia è solo una critica sottile, piuttosto mi piace sottolineare l'aspetto ludico e ironizzare sulle criticità perché credo che sia  questo a dare un certo effetto, anche risolutivo».

Così racconta della sua prima protesta artistica realizzata in via Alvino attraverso il racconto di alcune foto - pubblicate sulla sua pagina social - dove si presta come protagonista: «L'idea della persona in gabbia ha raccontato per quattro giorni, con immagini differenti, una cronistoria di quello che accadeva. E così hanno  avuto inizio anche altre proteste artistiche». Come la pesca in via Vaccaro, dove simula una lunga attesa - con tanto di canna da pesca - ai margini una buca stradale. Un'idea che ha avuto una certa risonanza mediatica e che - da come suppone - sembra aver contribuito al ripristino del disagio stradale (avvenuto dopo due giorni).

Meno lieto, invece, l'epilogo del recente recinto per giraffe installato in via Scarlatti. L'artista spiega che questa piccola area, anche se ben delimitata, è già da un anno che aspetta di ospitare un nuovo albero: «E invece come risposta abbiamo avuto un recinto, anche piuttosto alto, che mi ha ricordato quello dello giraffe allo zoo che andavo a vedere da bambino». Dal ricordo dell'infanzia è sbocciata l'idea di collocare al suo interno un cartonato con l'immagine di una giraffa. Rimossa - racconta sorridendo senza sapere da chi - in meno di 24 ore. «E visto che non c'è stato alcun intervento per questa criticità - precisa - mi prometto di proporre qualche altra idea per evidenziarla».

Con Ruben, artista dal 2012, prende piede un nuovo percorso artistico-civico che dimostra come l'arte, a volte, possa contribuire a risolvere diverse problematiche legate a dissesti o disagi infrastrutturali. «Forse sono stato l'apripista, ma mi auguro che anche altre persone, seppur non artisti ma semplicemente creativi o hobbisti dell'arte, possano inscenare qualcosa su questo filone. Credo, infatti, che abbiano molta più risonanza mediatica queste scene grottesche e ludiche, rispetto a delle critiche sterili che non portano a niente».  

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Ma oltre alle idee creative che orbitano intorno alle proteste civiche, D'Agostino ha realizzato anche opere  di «riqualificazione urbana». Il Tetris in via Stanzione ne è l'esempio: un'opera - del 2020 - che ha dato il via a un laboratorio sperimentale d'arte urbana per la valorizzazione del quartiere.

«Ho cominciato una protesta di abbellimento del quartiere insieme all'avvocato Procaccini e il dottor Campoli. Un'azione finalizzata a valorizzare le bellezze del Vomero e non alla mera critica. Il nostro appunto è diventato critica - chiosa Ruben - ma l'operazione del bello è stata la vera spinta iniziale». Così mostra le targhe per la toponomastica di quartiere affisse in via Belvedere durante gli esordi del progetto, e i vari posters che, con i loro tocco di colore, sembrano decorare l'inizio di Calata San Francesco. Il suo itinerario artistico accompagna fino a piazzetta Belvedere. Qui Ruben presenta con orgoglio la Corricella, un omaggio all'isola di Procida, capitale italiana della cultura 2022.

Non gli piace essere definito street artist: «Anche se le mie opere vengono mostrate per strade non sono uno street artist. Non faccio solo arte di strada. Sono un artista a tutto tondo, mi piace spaziare: realizzo sia opere di strada che opere da studio». La sua arte ricorda la Pop art: «Da qui prendo la mia ispirazione. Io sono figlio degli anni '80 e i maestri a cui faccio riferimento sono Andy Warhol e Haring. Le mie opere sono rivolte a tutti, sono universali, per questo pop, popular. La chiave di lettura è immediata e accessibile e questo rende la mia arte inclusiva, rivolta a tutti, non solo agli esperti del settore».

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