Caro affitti a Napoli, il rettore de L'Orientale Roberto Tottoli: «Universitari pendolari, servono nuovi alloggi»

Studenti costretti a spostarsi fuori Napoli: «Ora investire sulle case per le matricole»

Il rettore Tottoli
Il rettore Tottoli
di Mariagiovanna Capone
Domenica 24 Marzo 2024, 23:55 - Ultimo agg. 25 Marzo, 19:34
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L’altra faccia del boom turistico nel Centro Storico è l’aumento vertiginoso del prezzo degli affitti, che sta avendo forti ripercussioni non solo sui residenti, costretti a spostarsi in periferia, ma soprattutto sugli studenti fuori sede. E quelli che frequentano l’Università degli Studi di Napoli l’Orientale sono tra i più svantaggiati, poiché l’ateneo svolge le sue attività in un patrimonio immobiliare dislocato nelle aree ad alto flusso turistico. Secondo i dati Adisurc, l’unico studentato, in via Brin, può ospitare massimo 142 persone: un numero esiguo rispetto ai 10mila iscritti, per la maggior parte provenienti da fuori Regione. Ne abbiamo parlato con il rettore Roberto Tottoli

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Rettore, la gentrificazione del Centro Storico sta avendo ripercussioni sui suoi studenti? 
«Purtroppo sì. Gli iscritti all’Orientale ci stanno comunicando questo enorme disagio, sia di non trovare case o stanze in zone limitrofe all’Università, il che implica cercare in altri quartieri non sempre ben coperti dai mezzi di trasporto e comunque cari rispetto al passato; oppure le trovano in Centro ma a prezzi insostenibili. È una situazione che conosciamo bene, ci stiamo lavorando da tempo per riuscire a compensare in qualche modo la richiesta, ma è veramente molto difficile poiché sebbene ci siano interventi collegati a Pnrr per creare alloggi per studenti, non ci sono ancora materialmente questi spazi e in ogni caso saranno un numero molto ridotto rispetto all’utenza studentesca generale che grava su Napoli città».

State cercando sedi dove poter creare un nuovo studentato per gli iscritti all’Orientale? 
«Stiamo lavorando da tre anni per acquisire nuovi spazi per le nostre attività, sempre in Centro, e spero che a breve riusciremo a concludere. Devo ammettere che i problemi sono davvero enormi, prima di tutto per trovare gli immobili adatti, poi per una burocrazia piuttosto lenta che prevede procedure lunghissime: bandi, richieste di congruità ministeriale, valutazioni finali di demanio... I tempi sono molto lunghi, insomma. E poi c'è la grossa questione irrisolta, ossia che molti spazi che sarebbero adeguati, sono però occupati, spesso in una misura minima rispetto ai volumi disponibili, tipo appena 2-3 stanze, rispetto a spazi totali che potrebbero offrire la possibilità di creare anche numerosi alloggi studenteschi. Purtroppo anche qua la situazione fa fatica a sbloccarsi, in alcuni casi sì, ma in ogni caso non è che sono spazi disponibili in tempi brevi». 

La poca disponibilità di alloggi si riflette anche su docenti o ospiti dall’estero? 
«Assolutamente sì. Molti docenti hanno la famiglia fuori città, e abitualmente prendevano un alloggio di appoggio dove stare 3-4 giorni settimanali ma adesso non possono permetterselo coi prezzi che ci sono, e il pendolarismo è complicato da una rete dei trasporti non sempre efficiente, disagio che subiscono anche gli studenti. Inoltre, il nostro ufficio preposto all’ospitalità internazionale, che da sempre è una nostra vocazione e identità, ha una serie di convenzioni di lunga data ma ogni anno comunica una riduzione proprio perché l’orientamento del mercato va in tutta altra direzione. Tornando agli studenti, abbiamo circa 10mila iscritti e quest’anno abbiamo avuto un aumento tra gli immatricolati che sono circa 2.000. Non tutti hanno bisogno di un alloggio, ma dobbiamo chiarire che il problema di questi ragazzi è tanto il nostro, quanto di tutte le altre realtà universitarie italiane. Gli studentati che saranno realizzati non copriranno tutte le esigenze quindi in ogni caso, al di là delle possibilità di ampliare il numero di posti letto per studenti su cui anche noi concorreremo con le nostre forze che non sono quelle di altre Università più grandi, si lascia sul campo il problema della carenza di alloggi. Quindi le istituzioni devono impegnarsi in tal senso».

Quale potrebbe essere una soluzione secondo lei? 
«Una soluzione sicuramente è controllare meglio, come fanno in altre grandi città europee, la vocazione turistica, che è sacrosanta e importante, ma bisogna andare anche in una direzione che preservi la possibilità di dare alloggi sia agli studenti che ai residenti. Poi proseguire nella direzione di una politica per la creazione di nuovi alloggi».