Il peschereccio affondato rivede la luce:
ora si cerca il capitano Oliviero

Il relitto del Rosinella appena issato
Il relitto del Rosinella appena issato
di Francesca Mari
Martedì 18 Ottobre 2016, 19:37
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Dopo sei mesi esatti il peschereccio Rosinella, affondato lo scorso 20 aprile costando la vita al capitano Giulio Oliviero e ai due marinai tunisini Khalifa e Saipheddine Sassi, rivede la luce. In queste ore la ditta di Ponza che, con i fondi della Regione Campania, si sta occupando del recupero del relitto a largo di Gaeta, ha riportato a galla il relitto che per mesi ha giaciuto sul fondale, a 60 metri di profondità, a 7 miglia da Punta Stendardo dove affondò quella tragica notte di aprile. A supportare la ditta privata che, al terzo tentativo è riuscita a recuperare il relitto con un pontone ben potenziato (per ben due volte il traino si era rotto a causa dell’eccessivo peso del peschereccio), la Capitaneria di Porto di Gaeta: accanto alla barca del recupero, in mare la motovedetta della Guardia Costiera con a bordo il comandante Alberto Meoli, il legale della famiglia Oliviero, Vincenzo Pomposo, e il perito Sebastiano Molaro.

Nel porto di Gaeta è rimasta Rosa Imperato, la moglie del comandante, in grande stato di apprensione ed ansia perché in giornata, dopo il trasporto del relitto nel porto, si effettuerà un’ispezione per capire se all’interno della barca c’è la salma o ciò che resta del capitano, che risulta ancora disperso. «È emozionante rivedere il Rosinella dopo tanto tempo - il primo commento di Rosa – ma altrettanto doloroso. Pensare a tutti i sacrifici fatti per quel peschereccio che era la nostra seconda casa e quanta fatica e quante ore che vi ha trascorso a bordo mio marito. Ora voglio solo scoprire se all’interno c’è la sua salma e dargli una degna sepoltura».