San Gennaro, miracolo di dicembre: sangue sciolto dopo la preghiera

Il tradizionale sventolio del fazzoletto bianco accompagna l'annuncio alle 10.36

San Gennaro ripete il prodigio
San Gennaro ripete il prodigio
di Alessio Liberini
Sabato 16 Dicembre 2023, 10:56 - Ultimo agg. 17 Dicembre, 19:40
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Faccia Gialla si è fatto attendere ma il sangue si è sciolto ancora una volta. Alle 10.36 l’annuncio nella Cappella del Tesoro di San Gennaro. Il santo patrono di Napoli ha ripetuto il prodigio, per la gioia di fedeli e curiosi, in occasione del “miracolo laico”.

Quello di dicembre è il terzo e ultimo prodigio dell'anno. A differenza delle altre due celebrazioni, è considerato “miracolo laico” perché si svolge nella Cappella, posta all’interno del Duomo, gestita dalla Deputazione di San Gennaro. Istituzione laica, presieduta dal sindaco di Napoli, nata il 13 gennaio 1527 per un voto della città.  A rappresentare il Comune, in assenza del sindaco Manfredi, è presente l'assessore comunale al Turismo, Teresa Armato.

La cerimonia, preceduta dalle preghiere delle “parenti”, è iniziata alle 9.40 con l'apertura della cassaforte che contiene le reliquie del Santo patrono che sono state portate sull'altare della Reale Cappella del Tesoro. Qui l’abate della Cappella, monsignor Vincenzo De Gregorio, ha comunicato ai fedeli che il sangue era ancora solido «ma in fase di scioglimento», dando difatti il via alla Santa messa. 

Dopo la funzione, è stato lo stesso monsignore a comunicare l’avvenuto prodigio tra gli applausi dei presenti e il tradizionale sventolio del fazzoletto bianco da parte dei membri della Deputazione.  

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Il “miracolo laico”, osservato in ricordo della sventata eruzione del Vesuvio del 16 dicembre 1631, segue gli altri due prodigi del martire di Benevento: quello del sabato che precede la prima domenica di maggio e la giornata del Santo celebrata il 19 settembre.

Durante l’omelia, monsignor De Gregorio ha tuttavia invitato i fedeli a non considerare il segno come un semplice oracolo da consultare: «C’è sempre il rischio che San Gennaro diventi pizza e mandolino, un feticcio per avere fortuna».

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