Napoli, Fujenti con le foto di giovani uccisi: «È un omaggio alle cosche»

Ai quartieri il volto del babyrapinatore, al rione Traiano quello del figlio del boss

Napoli, un'immagine dei Fujenti degli anni scorsi al Duomo
Napoli, un'immagine dei Fujenti degli anni scorsi al Duomo
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Domenica 14 Aprile 2024, 22:43 - Ultimo agg. 15 Aprile, 18:20
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La foto del giovane rapinatore ucciso durante un colpo portata in processione lungo via Toledo accanto al volto della Madonna e alle immagini sacre. Nelle stesse ore, al rione Traiano, nel solito carosello di abiti bianchi, drappi e musica estemporanea, spunta la foto di un giovane ammazzato dieci anni fa, nel corso di una delle interminabili fasi della faida dell’area occidentale. Due casi che ripropongono all’attenzione dell’opinione pubblica l’opportunità di tenere assieme immagini sacre e vittime di fatti di sangue.

Due vicende accadute negli ultimi giorni, nel pieno delle processioni dei fujenti, gruppi di religiosi che - bene chiarirlo - vanno ritenuti estranei alla camorra e ad altre forme di illegalità. Resta un dato di fatto, come sottolinea il deputato dei Verdi Francesco Emilio Borrelli: «Trovo inaccettabile che nel corso di queste manifestazioni che dovrebbero essere legate al culto religioso si renda omaggio alla cultura della camorra e dell’illegalità.

Nessuno che ricordi mai, al contrario, le vittime della camorra e dei criminali. La Curia dovrebbe riflettere bene su quanto accaduto e vigilare attentamente sulle tante, troppe, manifestazioni ufficialmente religiose dietro le quali si nascondono chiari segnali della presenza dei clan sul territorio».

Ma in cosa consistono le immagini a cui fa riferimento il parlamentare dei Verdi? Stando al report fotografico raccolto in questi giorni, è facile notare la foto di Ugo Russo sfilare in via Toledo. Parliamo di un 15enne ucciso quattro anni fa mentre tentava di rapinare un carabiniere in auto e libero dal servizio. Una storiaccia per la quale si sta celebrando il processo a carico del militare dinanzi ai giudici del Tribunale di Napoli. 

Stesso discorso per quanto riguarda le immagini raccolte nel corso di una processione di sapore religioso inscenata al rione Traiano. A svettare accanto al volto della Madonna, è una foto di Alfonso Sorianiello, ucciso nel 2014 all’interno del locale di un barbiere. Vittima di una faida dei camorra, probabilmente un omicidio trasversale da parte di chi puntava a colpire il padre di Alfredo, a sua volta ritenuto ai vertici di un clan dell’area ovest. Due casi su cui sono arrivate segnalazioni, con tanto di foto allegate, su cui viene richiesta attenzione da parte delle istituzioni religiose e da parte delle stesse forze dell’ordine.

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L'area occidentale

Nessun reato nell’esporre il volto di un morto ammazzato e portarlo in processione, ma è logico pensare che ci sia l’esigenza di mettera a fuoco vecchi e nuovi equilibri su determinati territori. Massima attenzione in questi giorni per quanto avvenuto di recente nell’area occidentale. Riflettori puntati sulle cosche che avvelenano la zona che va da Fuorigrotta, a Bagnoli, Soccavo e Pianura. Sono una quarantina i clan censiti di recente nella nostra area metropolitana, una decina sono le famiglie che si contendono i traffici criminali nella sola zona occidentale. E se ne sono accorti di recente i tanti cittadini estranei ai clan che abitano a Fuorigrotta. Ricordate cosa accadde lo scorso quattro aprile? Spari nella zona adibita a parco giochi per bambini, una donna ferita e tanta paura. Possibile che a fare fuoco siamo stati soggetti cresciuti all’ombra del clan di Vitale Troncone (oggi detenuto assieme al figlio), che si contendono le piazze di spaccio tra la zona di piazza Italia e l’area del cosiddetto serpentone di via Leopardi. Una zona in cui storicamente si vende hashish. Fenomeni criminali che fanno i conti con il cartello radicato al rione Traiano, dove - per tornare alle processioni - c’è chi porta in trionfo la foto del figlio del boss ammazzato dieci anni fa.

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