Napoli, scoperto contrabbando di sigarette: se ne producevano due tonnellate al giorno

L'associazione, che aveva la sua base operativa a Napoli, stava reclutando manodopera straniera

Traffico di tabacchi
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Martedì 18 Luglio 2023, 13:56 - Ultimo agg. 15:50
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Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha smantellato un'associazione per delinquere dedita al traffico di ingenti quantitativi di tabacchi lavorati esteri contraffatti e notificato sette misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati. Uno dei componenti della banda ha precedenti specifici ed è storicamente legato a una delle famiglie napoletane più attive nel  contrabbando di sigarette.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, hanno consentito di fare luce sulla realizzazione di uno stabilimento occulto, nell'area industriale di Bernate Ticino, a Milano, che sarebbe stato in grado di produrre nel due tonnellate di sigarette al giorno con i marchi contraffatti di note aziende produttrici.

L'associazione, che aveva la sua base operativa a Napoli, stava reclutando manodopera straniera specializzata nell'assemblaggio e nella messa in opera dei sofisticati macchinari necessari alla produzione illecita, alcuni dei quali di recente fabbricazione.

Il gip di Napoli Federica Colucci ha disposto l'arresto in carcere per Gennaro Troncone e Antonio Grieco, di 46 e 55 anni, e i domiciliari per Emanuele Surian, 44 anni, Mario Milo, 42, Carmine Grassi, 59, Montemurro Francesco, 54, e per Armando Martusciello, di 51 anni. Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza il capo dell'associazione a delinquere era Gennaro Troncone, mentre a fargli da braccio destro era Antonio Grieco. Mario Milo, invece, sempre secondo gli inquirenti, si sarebbe occupato della logistica, dell'allestimento della fabbrica, ed è risultato essere il titolare di una società cui è intestato il contratto di locazione del capannone a Bernate Ticino, nel Milanese.

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 Anche Surian si sarebbe occupato della logistica insieme con la cura degli operai. A lui era stato delegato il compito di reperire e predisporre la manutenzione dei macchinari. Il reato di associazione a delinquere viene infine contestato anche a Carmine Grassi, titolare di una tipografia. 

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