Napoli, Sferisterio a rischio crollo: lavori immediati

Ordinanza per la messa in sicurezza della struttura andata a fuoco nel 1987 e mai più ristrutturata

Lo Sferisterio visto da Google Earth
Lo Sferisterio visto da Google Earth
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Martedì 2 Aprile 2024, 16:02 - Ultimo agg. 4 Aprile, 07:16
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Napoli, il Comune chiede che lo Sferisterio sia messo in sicurezza perché il rischio crollo è troppo elevato. Un'ordinanza per la messa in sicurezza è stata spedita alla società proprietaria di quel che resta della struttura e impj e interventi immediati. 

Jai alai significa “festa allegra”, quella scritta multicolore ha resistito per decenni sulla facciata: umiliante memoria di un tempo in cui quella struttura era davvero festosa e gioiosa. Trentasette anni fa andò a fuoco, interamente distrutto in una sola notte: tutto in fumo, restarono in piedi solo i giganteschi muri perimetrali, un rettangolo alto quindici metri per proteggere un involucro vuoto senza più nemmeno il tetto. Adesso, dopo anni di promesse di ricostruzione, arriva un documento di palazzo San Giacomo che impone, almeno, di evitare il disastro del crollo.

Lo Sferisterio era una immensa sala di ritrovo dove si svolgevano spettacoli ma, soprattutto, si giocava alla pelota basca, disciplina d’altri tempi che infiammava i napoletani: i giocatori si sfidano lanciando, con grossi guantoni a forma di uncino, una pesante palla contro la parete, la finalità è quella di mettere in difficoltà l’avversario con colpi ad effetto o molto violenti, impedendogli di acciuffare a sua vola la palla e rilanciarla. La scritta Jai Alai che campeggiava all’esterno della struttura viene proprio dalla lingua basca. Lì dentro, però, si svolgevano anche importanti spettacoli. La notte del Capodanno 1987 avrebbe dovuto essere festeggiata allo Sferisterio di Napoli con un concerto di Riccardo Fogli e Franco Califano. Il giorno prima dello show si presentarono emissari di camorra, pretesero tre milioni di lire per ottenere una serata “serena”, senza problemi. La richiesta del racket fu respinta, la risposta arrivò sotto forma di incendio. Le fiamme sfuggirono al controllo degli stessi camorristi, il Capodanno 1987 si presentò attraverso un rogo spaventoso. Un 71enne che abitava in un edificio vicino morì per infarto mentre fuggiva. In un’ala dello Sferisterio erano in corso le prove del rossiniano “Il signor Bruschini” che il maestro Roberto De Simone avrebbe messo in scena al San Carlo agli inizi di gennaio.

Lì erano custodite anche le scene dello spettacolo che venne cancellato. 

 

Dopo l’incendio la struttura venne “blindata” dalla Soprintendenza: edificio di valore storico, vietato abbatterlo o trasformarlo, può rinascere solo con le stesse facciate e le stesse finalità sportive. Nel 2005 la società proprietaria della struttura presentò un progetto al Comune per far rinascere lo Sferisterio: grandi spazi, un’immensa pista di pattinaggio sul ghiaccio al piano superiore, eleganti sale per ritrovi, concerti, esposizioni, cultura. Il Consiglio Comunale autorizzò nel 2007 il progetto, varando una convenzione per l’apertura di quegli spazi anche ad uso pubblico. I disegni e i rendering di quell’iniziativa occhieggiano ancora oggi, beffardi, dalle pagine web di palazzo San Giacomo. Dall’autorizzazione sono passati quindici anni, l’immensa pista di ghiaccio è rimasta incastrata nei disegni, ora arriva la richiesta di messa in sicurezza.

La richiesta è a firma del sindaco Gaetano Manfredi, è l'ordinanza numeo 174 a tutela della pubblica incolumità. C'è scritto che: «a seguito di accertamento tecnico eseguito presso l’immobile è risultato uno stato di degrado con rischio segnalato per la pubblica incolumità, dovuto al pericolo di distacco e caduta di elementi murari sulla sottostante strada. e che  i dissesti rilevati costituiscono potenziali pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e, pertanto, c'è urgenza di provvedere a eseguire i relativi accertamenti con le eventuali opere provvisionali di messa in sicurezza al fine di eliminare ogni pericolo per la tutela di incolumità delle persone e integrità dei beni».

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L'ordinanza impone anche di «non praticare e far praticare “ad horas” le aree sottostanti le facciate dell’immobile, nonché le aree esposte a rischio, mediante la sistemazione di idonei transennamenti per l’interdizione delle zone costituenti pericolo per l'incolumità delle persone oppure la manutenzione in stato di efficienza e/o la sostituzione delle delimitazioni provvisoriamente già installate dagli enti competenti; di eseguire immediatamente senza alcun indugio tutte le misure necessarie per garantire l'incolumità delle persone e l'integrità dei beni da temuti crolli/cedimenti della struttura stessa, mediante l'esecuzione dei relativi accertamenti tecnici di tutte le facciate prospicienti le aree di pubblico passaggio con le eventuali opere di messa in sicurezza dei luoghi, in ottemperanza al Regolamento edilizio, e di quanto ritenuto necessario per rimuovere lo stato di pericolo». In caso di inottemperanza, scrive il sindaco Manfredi, si arriverà fino alla denuncia presso le autorità competenti.

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