Emanuela Ferrante assessore comunale allo Sport: «Due cittadelle per rilanciare le periferie»

«Lo scudetto ha dato impulso alla candidatura di Napoli come capitale europea dello sport per il 2026»

Emanuela Ferrante è assessore comunale allo Sport
Emanuela Ferrante è assessore comunale allo Sport
di Gennaro Di Biase
Lunedì 24 Luglio 2023, 08:00
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«Sono stanziati 17 milioni complessivi per gli impianti sportivi in città». Fa i conti con una certa soddisfazione, l'assessore allo Sport di Palazzo San Giacomo Emanuela Ferrante. Si tratta di una cifra enorme, anche se i fondi sono divisi e vincolati su vari progetti. In particolare, ce ne sono due all'orizzonte che, se tutto filerà liscio, senza intoppi burocratici e no, dovrebbero portare «alla realizzazione di due nuove cittadelle dello sport entro il 2026. Una a Piscinola e l'altra a Ponticelli».

Assessore, partiamo però dalla manutenzione degli impianti già esistenti, molti dei quali sono in sofferenza. Come si rimettono a posto piscine e campi?
«Abbiamo ottenuto in bilancio circa 2 milioni di fondi comunali per tutte le manutenzioni, ordinarie e straordinarie, che riguardano gli impianti sportivi napoletani aperti.

Non si era mai vista una cifra del genere. Quelli finanziati sono 7 su 10: i campi Ascarelli, San Pietro a Patierno e Caduti di Brema, l'ex casa del Napoli femminile, che ha chiesto di tornare a giocarci e ne siamo lieti. In più le piscine Scandone, Nestore, Poerio, e Acquachiara. Rientrano nelle spese anche il Palavesuvio e il Polifunzionale. Ma i finanziamenti per lo sport in città sono più ampi: Napoli, assieme solo a Milano e Bari, è stata ammessa senza riserve al Pnrr, per un totale di 11 milioni. Sei milioni saranno utilizzati per un nuovo impianto sportivo a Piscinola, a via Compagnone: sorgerà un palazzetto dello sport dove si potranno praticare anche padel, arrampicata e scherma. Con gli altri 4,5 milioni realizzeremo la piscina di via Prota Giurleo, con annessi campi di basket e pallavolo. Sarà il nuovo polo sportivo di Ponticelli. Napoli, insomma, ha messo al centro le periferie. Entro il 2026 i lavori alle due cittadelle sportive di Piscinola e via Prota Giurleo dovranno essere finiti. Sarà rimesso a posto anche il Pala Dennerlein di Barra, grazie all'intervento della Regione e ai residui fondi delle Universiadi: ripristino di palazzetto e piscina, vandalizzati. Dopo l'estate si partirà con i lavori».

Cittadelle sportive e progetti specifici a parte, con i fondi comunali cosa intendete fare?
«Manutenzioni ordinarie e straordinarie degli impianti funzionanti. Si prevedono anche interventi più strutturali sugli impianti di aerazione, l'illuminazione e le messe a norma. Alla Scandone, per esempio, stiamo portando avanti tutte queste operazioni, compreso il collegamento tra il warm-up e la piscina vera e propria. Interventi anche per agevolare i disabili. Abbiamo poi ulteriori 4 milioni a disposizione (derivanti dal pnrr del 2022) per la piscina Galante a Scampia, chiusa e vandalizzata da molti anni. Restano fuori dai fondi solo la piscina Aquila Nuoto di Corso Secondigliano, il Pala-Stadera e la piscina Bulgarelli di Poggioreale. Stiamo però lavorando a soluzioni per accedere ai mutui a tasso zero, specialmente a Poggioreale, che non ha praticamente impianti sportivi pubblici».

Passando a strutture in disuso da anni: ci sono novità sul Mario Argento e lo Sferisterio di Fuorigrotta?
«Lo Sferisterio è privato. Abbiamo preso contatti con i proprietari, ma al momento non è stato presentato alcun progetto. Vorremmo mantenere la funzione sportiva della struttura. Per quanto riguarda il Mario Argento, il fondo Invimit (azienda di Stato che cerca investitori privati per progetti pubblici) che potrebbe aiutarci a trovare investitori esterni che possano rimetterlo in piedi. I lavori da fare sono ingenti, per una spesa tra i 70 e i 90 milioni. Per il Mario Argento, insomma, ci serve un sostegno privato».

Lo scudetto del Napoli ha dato un impulso agli investimenti?
«Nonostante i tecnici fossero pochi, a fare la differenza è stata la professionalità degli uffici comunali. I progetti erano buoni. Lo scudetto ha sicuramente dato impulso alla candidatura di Napoli come capitale europea dello sport per il 2026. A settembre sapremo se avremo ottenuto questo riconoscimento oppure no. Il tricolore ha richiamato tante professionalità e creato una sinergia tra federazioni, Coni, Comune e realtà sportive territoriali. Il tutto è funzionale al recupero dei ragazzi nei quartieri difficili, costituisce un antidoto all'abbandono scolastico, che in città è molto alto».

Sviluppi sul Collana?
«C'è un ricorso in atto fatto dalla Giano contro la sentenza del Consiglio di Stato. Sono in atto interlocuzioni con il Coni per fare i lavori e contestualmente aprirlo al pubblico. Speriamo ci siano ulteriori sviluppi entro settembre. Quanto al resto, stiamo mettendo a norma le situazioni di irregolarità amministrativa che abbiamo trovato su varie palestre e piscine. C'era un contenzioso tra Comune e Coni: abbiamo fatto una transazione che mette la parola fine alla mancanza di contratti le attività sportive che occupano locali comunali. C'è poi un accordo con la Federazione Nuoto, per creare un polo federale di eccellenza di nuoto e pallanuoto alla Scandone». 

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