La Napoli dello Sport con Pino Porzio

Il mondo dello sport all'ombra del Vesuvio chiede soluzioni rapide ed efficaci

Pino Porzio con Andrea Abodi e Emanuela Ferrante
Pino Porzio con Andrea Abodi e Emanuela Ferrante
di Diego Scarpitti
Sabato 6 Maggio 2023, 11:59 - Ultimo agg. 13:08
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La Napoli dello Sport. Non è solo il titolo del convegno ma una riflessione a più voci sulla funzione educativa, sociale e di prevenzione. Con una Chiesa della Santissima Trinità gremita di campioni e autorità. Il rilancio della città, già al centro del mondo per la vittoria del terzo scudetto, passa inevitabilmente per le sue eccellenze.

«Abbiamo il dovere di dare prospettive ai nostri ragazzi. I giovani non si perdono, se seguono validi esempi», dice convinto Pino Porzio, attuale direttore tecnico del Posillipo. L’oro a Barcellona 1992 lancia la sua strategia. «Investire nello sport, e in quello di base in particolare, è un dovere istituzionale. Servono, però, soluzioni in tempi rapidi. In attesa che parta la riforma dello sport». 

In tanti condividono il suo ragionamento. Annuisce Sergio Roncelli, presidente Coni Campania. Sposano appieno la tesi del plurititolato pallanuotista il maestro Giuseppe Marmo, Kodokan Napoli, Aldo Castaldo, presidente Federginnastica Campania, il campione paralimpico di nuoto e pallanuoto e ambasciatore Coni per le periferie d’Italia Gianluca Attanasio, Paolo Trapanese, presidente Fin Campania, l’ispettore Luca Piscopo, coordinatore nazionale delle Fiamme Oro. Si accodano Aldo Campagnola, presidente del Circolo Nautico Posillipo, Filippo Smaldone, vicepresidente amministrativo rossoverde, don Rosario Accardo, responsabile diocesano per la pastorale dello Sport della Curia arcivescovile. Sono intervenuti Giorgio Scarso, past presidente della Fis e presidente della Confederazione europea di scherma, l’arbitro Fabio Maresca, il rettore della Federico II Matteo Lorito, Amedeo Manzo, presidente Bcc, il campione delle pedane Giorgio Marciano e le calciatrici del Napoli femminile, impegnate nella corsa promozione. 

Missione possibile. Per l’assessore Emanuela Ferrante «lo sport è la principale leva per salvare i (nostri) ragazzi, che devono essere contagiati con l'esempio». L’esponente della Giunta Manfredi precisa che «lo sport ha bisogno di fondi e interventi strutturali e deve essere considerato una politica sociale». Si parte da una «situazione impiantistica disastrosa ereditata, con un bilancio di 5 miliardi di buco e con il Patto per Napoli che ha scongiurato il dissesto». E allora «sport all'aperto e nel rispetto dell'ambiente», e poi il «campo di San Gennaro ristrutturato con il partenariato pubblico-privato così come quello di Marianella». Centrali gli accordi con le Federazioni. «La Scandone diventerà Polo federale», assicura l’assessore allo sport e alle pari opportunità.

«Alla ricerca di spazi per far giocare i ragazzi nel centro antico», chiede don Adolfo Russo, che presiede la Fondazione Fare Chiesa e Città. «Lo sport genera punti d'incontro e l'educazione lega i pezzi, facendo emergere i talenti», argomenta Mario Del Verme, coordinatore della Fondazione pontificia Scholas Occurrentes, prossima a festeggiare i 10 anni di attività, mostrando una palla di stoffa.

Alternative e strutture. «Da padre sono preoccupato per il futuro dei ragazzi», dichiara Paolo Del Vecchio, avvocato dello Stato, rendendo noto un dato allarmante. «Il 74% delle scuole napoletane non ha un palestra o una struttura adeguata. Necessitano procedure rapide tra pubblico-privato per creare una sinergia e dare speranze concrete con un tavolo istituzionale per ragionare su quello che si può fare: ognuno farà la sua parte». Dello stesso avviso Carlo Palmieri, vicepresidente dell’Unione degli Industriali di Napoli e vicepresidente di Pianoforte Holding, titolare dei marchi Carpisa, Yamamay e Jaked, sostenitore di un protocollo d'intesa di iniziative progettuali.

Cambiamento possibile e opportunità di crescita. Molteplici i temi richiamati all’Arciconfraternita dei Pellegrini. Sport strumento di legalità e toccasana per favorire inclusione e integrazione contro la dispersione scolastica e non solo. Massimo Antonelli (Tam Tam Basket) racconta la sua singolare esperienza, che interessa i figli degli immigrati nigeriani nati in Italia, applicando la giving back philosophy, ovvero restituire qualcosa alla società di provenienza. «Sport mezzo eccezionale per sviluppare valori.

Un bisogno primario anche per risparmiare soldi dello Stato: meno caserme e meno ospedali si traduce con meno carcerati e meno malati. Famiglia-Scuola-Sport sono tre pilastri importanti». 

Richiamando l’insegnamento del salesiano Giovanni Bosco, per cui «la santità consiste nello stare molto allegri», don Tonino Palmese, presidente Fondazione Polis, ha rivolto alla platea la seguente domanda: «Che cosa vale la pena insegnare e imparare?». Risposta: «Tutto ciò che libera e tutto ciò che unisce» con lo «sport esperienza pedagogica e di grande spiritualità».

Sistema preventivo. Per il sostituto procuratore Giuseppe Visone, assertore della revoca della potestà genitoriale, «se un minorenne viene condannato, la responsabilità è collettiva». Pesa, dunque, l’assenza della famiglia d’origine e delle istituzioni. «Lo sport ha una forza deflagrante, perché copre i vuoti valoriali e la sconfitta ha un valore formativo. Con lo sport si premiano merito e sacrifici e si evitano scorciatoie. E tutti devono fare il proprio compito, partendo dalla cultura della gestione impiantistica nel tempo».

Esalta il «diritto insopprimibile dello sport, previsto dalla Carta olimpica», l’avvocato Lucio Giacomardo, componente della commissione diritto sportivo, rammentando che la «sedentarietà penalizza in particolare le regioni del Sud», non escludendo gestioni private dell’impiantistica con il controllo pubblico.

Terza volta in tre mesi. Ritorna a Napoli all’indomani del trionfo tricolore Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, che nel corso del suo intervento ringrazia due volte il presidente Giorgia Meloni per l’incarico ministeriale ricevuto e la delega assegnata. «Lo sport sia comunione d'intenti, che deve coinvolgere una pluralità di opinioni, e non elemento di divisioni politiche». Richiama il senso di collaborazione istituzionale e avanza «non una parola di consolazione ma soluzioni». La modifica dell’articolo 33 inserirà lo promozione dello sport in Costituzione come funzione civile, sociale, educativa e di tutela della salute.

 

«Napoli è stata la mia prima squadra. Quando avevo 6 anni, andavo in vacanza ad Abbadia San Salvatore. C’erano a quei tempi Sivori, Altafini, Iuliano. E da bambino mi innamorai e diventai la mascotte», svela l’ex presidente dell’Istituto per il credito sportivo. Li definisce «colori tenui, gentili». E poi rievoca l’invito nel recente passato di Aurelio De Lauretiis a lavorare per il club azzurro. Non se ne fece nulla.

«Il terzo scudetto del Napoli non è una occasione di riscatto, ma una opportunità di programmare la crescita, che delinea il senso delle tappe del percorso. Dura solo un attimo la gloria (come il titolo del libro di Dino Zoff): giusto festeggiare ma è già tempo di pensare a nuovi successi in chiave europea», prosegue Abodi. «Una vittoria trainante e un avanzamento della città, per continuare a fare bene e presto».

Il convegno moderato da Giangranco Coppola, presidente Ussi, e introdotto dal primicerio Giovanni Cacace, «un confronto e una assunzione responsabilità», conclude Abodi, che garantisce la sua presenza in città «ogni mese per lo sport e i giovani». 

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