Mondiali sport acquatici Doha, argento per Pellacani e Santoro nei tuffi sincro mixed

I due romani hanno conquistato la seconda piazza

Matteo Santoro e Chiara Pellacani con la medagkia d'argento (Foto di Giorgio Perottino/DBM)
Matteo Santoro e Chiara Pellacani con la medagkia d'argento (Foto di Giorgio Perottino/DBM)
Sabato 10 Febbraio 2024, 13:39 - Ultimo agg. 15:16
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Chiara Pellacani e Matteo Santoro si sfilano dal collo le due medaglie d'argento che hanno appena conquistato a Doha, ultimo giorno di tuffi in piscina ai mondiali fuori stagione. Se le sfilano, vanno a bordo vasca e le intingono nell'acqua clorata, quasi avesse il potere del re Mida: trasformarle in oro.

Così non è: resta argento, ma è argento che vale (non quanto pesa perché i metalli delle medaglie sono battezzati come oro e argento, ma è un falso).

Vale perché per Chiara è la quarta medaglia mondiale di sempre, per Matteo la terza, sempre in coppia con lei. E lei non ha ancora 22 anni, lui neppure 18. Dunque sono tuffi nel futuro per i due «pischelli», che sta per ragazzi romani, rappresentanti di quella «tufferia d'Italia» che ha a Roma la sua riconosciuta capitale.

«Lui mi fa ridere»

Sorride Chiara. Le lacrime del giorno prima le ha asciugate Matteo con la sua vitalità. È l'amichetto di sempre: una vecchia foto li vede sguazzare in una di quelle piscine da terrazza, grande quanto un materassino. Chiara c'era rimasta male nella finale individuale da 3 metri: decima e con qualche errore. Era appena ieri. «Stamattina non volevo nemmeno alzarmi - dice - non sapevo dove avrei trovato le energie». E allora Matteo che si sta a fare? «Sì, lui e la mia filosofia di fondo: se hai degli obiettivi devi perseguirli sempre, perché un giorno si perde e un giorno si vince, questo è lo sport, ma alla fine li raggiungi».

«Nati per saltare insieme»

Dice Tommaso Marconi che è uno dei maghi della tufferia, che «sono nati per saltare insieme», pure se Matteo è spigato e ora sopravanza Chiara d'una testa. «Abbiamo avuto gli stessi insegnanti da sempre, ci siamo allenato insieme tante volte, e ora anche se Chiara vive a Miami e non possiamo farlo, appena ci ritroviamo ci allineiamo subito». La Pellacani è là che studia psicologia, lui va ancora al liceo.

La terza volta

Argento a Budapest '22, bronzo a Fukuoka '23 e argento, di nuovo, a Doha '24: il nido di questa coppia di giovani amici è il podio, che, peccato, non potrà essere quello olimpico giacché la loro specialità  non è ancora nel palinsesto dei Giochi. Ma il tempo gioca per loro, sia nel singolo da 3 metri che nel programma che potrebbe arricchirsi, considerando che nella specialità, oltre ai cinesi venuti dal metaverso, si sono esibiti tuffatori come Tom Daley e Tania Cagnotto, il meglio, cioè, al di qua della Grande Muraglia.

Dicono gli esperti che il meglio del tuffo misto si raggiunge quando lei è bravissima e lui bravo, sennò la differenza è troppo. Chiara e Matteo smentiscono gli esperti: anche lui è bravissimo. Anzi, a dirla tutta, i voti di lui stavolta sono stati più alti.

Comunque, è la somma che fa il totale, per dirla con Totò. E la somma ha portato ai due ragazzi romani un totale di 287.49, con la coppia australiana (Begwood lui, Kenney lei) che è stata la sola a superare i 300 (300.93) a prendersi l'oro e ad essere avanti dal secondo tuffo in poi.

All'ultimo tuffo

Al quinto tuffo Chiara e Matteo erano quarti, una paura di legno. Ma paura non avevano: il doppio salto mortale e mezzo ritornato carpiato, codice 405B, dà loro 68,40 punti. La coppia coreana e quella inglese, che erano davanti fin lì, non riescono a colmare il gap. Gli australiani fanno i cinesi (assenti nel caso specifico) e il gioco del podio è fatto.

I tuffi fanno il pieno

Gli azzurri sono arrivati a Doha con cinque carte olimpiche prenotate (Tocci e Marsaglia nell'individuale da 3 metri, Pellacani e Bertocchi nell'omologa gara femminile e nel loro sincro). A Doha hanno raddoppiato: ci sono altri cinque azzurri per Parigi perché Tocci e Marsaglia con l'argento nel sincro accedono a un'altra gara e dalla piattaforma, che è più bella della Torre Eiffel, prima Sarah Jodoin di Maria e Maia Biginelli e poi Andreas Sargent Larsen e Riccardo Giovannini timbrano il pass. Per il ct Oscar Bertone e tutto lo staff un mondiale nel quale quel che luccica non è l'oro, ma ha cinque cerchi di sogno.

I punteggi di Chiara e Matteo

I tuffi di Matteo Santoro e Chiara Pellacani - 287.49 secondi
201B ordinario indietro carpiato 46.20 (5)
301B rovesciato carpiato 45.00 (4)
5152B doppio salto mortale e mezzo avanti con un avvitamento carpiato 69.30 (2)
107B triplo salto mortale e mezzo avanti carpiato 58.59 (4)
405B doppio salto mortale e mezzo ritornato carpiato 68.40 (2)

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