Terremoto a Napoli, i cittadini di Pozzuoli si preparano alla fuga: corsa a bancomat e spesa

Cittadini esasperati e convinti che accadrà qualcosa di grave. Ma nessuno si è iscritto alle prove generali di evacuazione

Un bimbo gioca su una brandina in una tenda a Pozzuoli
Un bimbo gioca su una brandina in una tenda a Pozzuoli
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Martedì 21 Maggio 2024, 23:03 - Ultimo agg. 22 Maggio, 11:31
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Il giorno dopo la grande paura, Pozzuoli si ritrova con gli occhi gonfi di chi ha dormito poco e l’ansia di chi non sa a quale destino andrà incontro. La scossa più potente degli ultimi quarant’anni di bradisismo ha lasciato un segno profondo: non solo nell’anima delle persone ma anche nelle pietre della città.

Quando il sindaco Manzoni snocciola i numeri delle verifiche, che sono ancora in corso, cala il silenzio dell’incredulità: sgombero prudenziale per 21 fabbricati in attesa di controlli; sgombero confermato da ordinanza sindacale per quattro edifici lesionati dalla scossa di lunedì sera; 46 nuclei familiari rimasti senza un tetto.

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454 richieste di verifiche strutturali, 142 i sopralluoghi effettuati (fino alle 18 di ieri) dal gruppo d’intervento che impiega, in totale, 37 tecnici. Undici squadre dei vigili del fuoco dislocate sul territorio, ottanta persone ospitate nel palazzetto dello sport di Monterusciello, cinque aree di accoglienza allestite per dare riparo a una popolazione, messa in ginocchio dallo stress e dalla paura dell’incognito, che non riesce più a dormire dentro casa. 

Le strade della città sembrano deserte, complice anche la chiusura delle scuole che ha fatto rallentare i ritmi di vita. Le scuole resteranno chiuse anche oggi perché l’ordinanza sindacale non è stata revocata, e non lo sarà fino al completamento delle verifiche su ciascuna aula di ciascun plesso scolastico.

C’è fila ai bancomat, a tutti quelli che abbiamo incrociato sul nostro percorso ieri mattina, anche a quello delle poste Italiane.

In coda persone nervose e preoccupate che la dotazione di banconote si esaurisca: «Prenderò il massimo che mi è consentito, duemila euro - dice, sgarbato, un uomo in attesa impaziente - bisogna avere contanti in tasca quando si pensa di dover fuggire d’improvviso. Le sembra una cosa strana?», la tensione si manifesta con scariche di aggressività improvvise.

 

Nei negozi poca gente, solo i supermercati sono stracolmi: carrelli gonfi di prodotti utili in caso di calamità. Cibo in scatola, bottiglie d’acqua, carta igienica, biscotti; niente deperibili ché in caso di fuga non servirebbero granché. Davanti all’ingresso dell’anfiteatro una coda di studenti delusi: chiuso come tutti i siti archeologici dei Campi Flegrei che vanno verificati dopo le scosse.

Nella piazza a mare una donna con un hijab beige su un lungo vestito blu elettrico guarda la sua bimba che sfreccia in monopattino e tiene d’occhio le sue cose protette dalla tenda nella quale ha dormito «Abito lì - e indica via Boffa, l’ultima traversa prima del tempio di Serapide - ieri il bagno è mezzo crollato. Io non ci porto più mia figlia lì dentro», a due passi dalla donna un capannello di persone ripete quel che la gente di Pozzuoli dice dal momento della grande scossa di lunedì: «A che punto sono i piani di allontanamento? Perché nessuno ci spiega cosa fare e come farlo?».

La verità, però, è che alle prove di evacuazione organizzate dal Comune per il 30 e 31 maggio, basate su partecipazione volontaria, fino a lunedì sera erano arrivate meno di dieci adesioni. «Noi facciamo e faremo il possibile per stare vicini ai cittadini - il sindaco Manzoni non smette di spiegarlo - condividiamo ogni notizia, cerchiamo di far passare tutti i dettagli necessari ad affrontare questa situazione con la quale, purtroppo, siamo costretti a convivere».

Allo stato attuale l’appuntamento per le prove di allontanamento non è stato cancellato, anzi, l’amministrazione locale ha in animo di mantenerlo in vita (se il bradisismo non presenterà altre emergenze) proprio per condividere con la gente i meccanismi necessari ad affrontare queste situazioni senza difficoltà.

In città è deflagrato l’allarme sciacalli. È stato chiesto un rafforzamento delle pattuglie di forze dell’ordine nelle ore notturne per evitare blitz nelle case abbandonate di corsa dalle persone. S’era diffusa la voce di due episodi di sciacallaggio nella notte fra lunedì e ieri, uno in via Solfatara e uno in via Napoli, poi l’ipotesi è stata smentita, ma la richiesta di maggiori controlli è comunque partita.

Risale a ieri l’avvio di un progetto che legherà i comuni di Napoli e Pozzuoli: si è pensato di individuare un’area condivisa per le due città dove depositare il materiale da utilizzare in caso di emergenza (tende, brande, razioni di cibo a lunga scadenza) è stato individuato come sito utile a entrambe le amministrazioni l’ippodromo di Agnano che ha spazi disponibili ed è egualmente vicino alle aree di emergenza sia di Napoli che di Pozzuoli. In realtà la Prefettura sollecita anche l’individuazione di una maxi area dove allestire, in maniera fissa, strutture di accoglienza in caso di futuri nuovi pesanti eventi tellurici.

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