Tessere Pd, infiltrazioni sospette
atti trasmessi alla procura di Napoli

L'allarme viene lanciato dagli stessi iscritti del partito. È venerdì 24 febbraio, ci sono 34 persone che chiedono di iscriversi al Pd di Napoli, sezione Colli Aminei, ma sembrano spaesati: non sanno esattamente che cosa sia il Pd e, soprattutto, la quota prevista per il tesseramento viene versata, come loro stessi ammettono, da una terza persona. La prima ipotesi è che possa essere in atto un tentativo di inflitrazioni. Peggio. Si pensa che, dietro l'anomala richiesta, ci sia la camorra: il sospetto che affiliati ai clan tentino la scalata dem finisce sul sito internet di Fanpage. Seguono gli attacchi dei parlamentari grillini (Di Battista accusa: arruolati affiliati al clan Contini) e le smentite dei big del partito (Orfini è categorico: non mi risulta). Il presidente del Pd Matteo Orfini, con il vicesegretario Lorenzo Guerini, inviano un commissario a Napoli da Roma, e scattano altre verifiche. Così si scopre che al pagamento delle tessere avrebbe provveduto un iscritto del Pd, incensurato ed estraneo alla camorra. Ma tutti i verbali della vicenda vengono messi a disposizione della Procura di Napoli dal segretario provinciale del partito, Venanzio Carpentieri. Obiettivo nei prossimi giorni sarà quello di verificare, nome per nome, eventuali legami con la malavita.

Bloccate oggi 300 tessere, in totale, ritenute irregolari. Emanuele Fiano, inviato dem a Napoli, ribadisce: «Non accetteremo che qualcuno iscriva al Pd dei gruppi di persone. Non vogliamo né iscritti che facciano capo a una persona, né possiamo accettare in fase precongressuale che ci siano sospetti su iscrizioni esagerate che modifichino gli assetti del Pd». Sotto la lente di ingrandimento, ci sono anche le tessere pagate a Miano e il caso Castellammare, dove invece le tessere risultano pagate da un consigliere.