La metamorfosi della «first lady» dalla riservatezza ai post al vetriolo

La metamorfosi della «first lady» dalla riservatezza ai post al vetriolo
di Maria Chiara Aulisio
Domenica 23 Aprile 2017, 09:43 - Ultimo agg. 10:07
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Di solito non prende posizione, non va in televisione, non rilascia interviste e preferisce non intervenire sulle vicende che riguardano l'attività del marito. Di solito non commenta i fatti del giorno, non parla di politica e sceglie di tenersi alla larga da polemiche, provocazioni, proteste e quant'altro gira vorticosamente intorno alla vita amministrativa di Luigi. Di solito. Quando invece la misura è colma, e di leggere e ascoltare opinioni e commenti che secondo lei non corrispondono al vero non ne può più, Mariateresa Dolce, moglie del sindaco di Napoli, scende in campo e tira fuori tutto quello che pensa. Spesso lo fa dalla sua pagina facebook, Greta Fiore, il nome che lady de Magistris ha scelto per presentarsi al mondo dei social, ed è proprio con un post su fb che è intervenuta l'altro giorno sulle polemiche interne alla maggioranza scatenate durante la discussione relativa all'approvazione del bilancio: «Se sono così bravi - aveva scritto Greta Fiore - possono sempre candidarsi a sindaco di Napoli e risolvere tutti i problemi della città. Li vorrei vedere una settimana a governare, anzi meglio sei anni come Luigi. Scommettiamo che saremmo già in dissesto? Mi gioco la vita».


Una sfida, la sua, lanciata dal web a chi critica in maniera «irragionevole» il lavoro quotidiano del marito, «pur avendo a disposizione tutti gli strumenti necessari per capire che in certe situazioni più di quello che Luigi sta facendo non si può».
O meglio: «uno sfogo», come lei preferisce definire il suo commento on line, «perché è bello a parlà, che ci vuole? Siamo bravi tutti. È quando poi le cose si devono fare che la scena cambia e le persone pure». Nella fattispecie - spiega meglio Mariateresa Dolce - «quello dell'altro giorno non era manco un commento legato al bilancio, e nemmeno voleva essere troppo serio, ci avevo messo pure una faccina sorridente... mai pensavo a tutto questo trambusto».



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