Ventotto anni dopo le riprese de Il Postino, film vincitore di un premio Oscar, la biciletta guidata da Massimo Troisi nella sua ultima straordinaria interpretazione fa ritorno a Procida in occasione dell’opening della mostra a lui dedicata. «Il Postino dietro le quinte. I volti di Massimo Troisi», esposizione collettiva d’arte contemporanea, è stata inaugurata ieri, 20 ottobre, presso le officine dei misteri del complesso monumentale di Palazzo d’Avalos, dove sono esposte 66 opere realizzate da 49 artisti affermati e giovani talenti, da Lello Esposito a Filippo Bragatt, da Armando De Stefano a Vincenzo Mollica, fino allo stesso Troisi.
Il compianto attore napoletano è infatti l’autore di un’opera datata 1992, da cui la mostra ha avuto origine. «È partito tutto da quell’opera astratta di Massimo, la prima che ho collezionato a partire dal 1996 – ha raccontato Stefano Veneruso, nipote di Troisi e curatore della mostra –. Da lì sono arrivate opere di persone che spontaneamente me le hanno regalate, finché non è arrivata un’opera magnifica del grandissimo Armando De Stefano, realizzata per un fortunato compact disc di poesie di Paolo Neruda lette da grandi artisti, tra cui Arbore, Foa, Amendola e tanti altri. E poi c’è l’opera delle opere, che è la bicicletta de Il Postino.»
Proprio la celebre bicicletta e una foto di Massimo tratta dalla pellicola cinematografica accolgono il pubblico all’inizio del percorso espositivo, che resterà aperto tutti i giorni, con ingresso gratuito, fino al 6 gennaio 2023. «Mi lega a quest’isola un ricordo fortissimo, doloroso anche – ha continuato Veneruso – perché Massimo ai tempi delle riprese non stava bene.
La mostra è una narrazione, un racconto di Massimo attraverso estratti di sue interviste memorabili, ma soprattutto le opere di 49 artisti: a ognuno ho anche chiesto di raccontare in poche righe il “proprio” Massimo; quindi, oltre all’opera, c’è anche il pensiero dell’artista.» All’inaugurazione della mostra, programmata e finanziata dalla Regione Campania (POC 2014-2020) e prodotta dalla Scabec nell’ambito del programma di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022, erano presenti anche Felice Casucci, assessore alla semplificazione amministrativa e al turismo della regione campania, Pantaleone Annunziata, amministratore unico di Scabec, Rosanna Romano, direttore generale per le politiche culturali e il turismo della regione Campania, Leonardo Costagliola, assessore al turismo, alle attività produttive e alla mobilità del comune di Procida, Michele Assante del Leccese, delegato alla cultura del comune di Procida, e Agostino Riitano, direttore di Procida 2022.
La cerimonia, alla quale hanno partecipato anche alcune comitive di turisti italiani e stranieri, è stata anche l’occasione per una condivisione di ricordi personali legati al grande Massimo Troisi. «La Scabec è felice e onorata e di aver organizzato questa mostra – ha dichiarato Pantaleone Annunziata, amministratore unico di Scabec –. Quando Il Postino uscì nelle sale, ricordo che studiavo filosofia all’università e mi imbattei in questa definizione: «tanto gli animali quanto gli angeli non ridono, ma ride solo l’uomo. Quindi la traccia dell’umano è nel riso, nel riso tragico. Troisi rappresenta (purtroppo solo in maniera simbolica oggi) e ha rappresentato la traccia dell’umano. Troisi ci appartiene: quando un simbolo riesce a esprimere tutta la sua forza come lui ha fatto, appartiene a ciascuno di noi.» «Troisi era l’affermazione della vitalità – ha ricordato l’assessore regionale Felice Casucci –, della cultura partenopea come espressione di una dimensione del vivere non retorica, ma realizzata attraverso il sorriso e anche le lacrime.
Era una grande maschera, e come tutte le grandi maschere sapeva sorridere e sapeva anche piangere, e sapeva far sorridere e anche far piangere. In questa mostra troverete ciò che Troisi ci ha donato, ciò che è stato per noi, ovvero una grande festa delle emozioni.» In serata, sulla facciata del complesso monumentale di Palazzo d'Avalos, sono stati proiettati un estratto del Backstage de Il Postino - Uno sguardo dentro (1994-2022), diretto e prodotto da Stefano Veneruso, immagini delle opere d'arte protagoniste della mostra e alcune frasi di Massimo Troisi su temi che riguardano il cinema, l’amore, la famiglia, i figli: «La famiglia è comunque una cellula del potere – diceva Massimo –. Per non veder combattere tuo figlio contro tutto, per non mandarlo allo sbaraglio, gli dici questo non si fa, quest’altro non si fa. E invece molte cose s’hanna fa’. Secondo me i figli bisognerebbe cominciare a educarli un po’ male, per cambiare qualcosa.»