Mercadante, Giannola: «Ora bisognerà
far bene i compiti»

di Pietro Treccagnoli
Martedì 24 Febbraio 2015, 23:34
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Adriano Giannola è naturalmente soddisfatto. La missione, che sembrava diventata impossibile, è stata compiuta. Il Mercadante ha centrato l’obiettivo del titolo (e dei fondi) di Teatro Nazionale. Nonostante tutte le «opacità», come la Commissione consultiva per la prosa del ministero dei Beni Culturali ha definito l’inchiesta sulle presunte assunzioni truccate e lo scontro in Cda tra Comune e Regione (con lo stesso Giannola messo in mezzo), nonostante questo si apre una nuova stagione che tutti si augurano esaltante, ma anche serena.



Professor Giannola, la partita più importante è stata vinta. In zona Cesarini, Napoli ce l’ha fatta ad avere un Teatro Nazionale che premia la sua storia. Qual è il suo stato d’animo?

«Prevale la soddisfazione. Abbiamo portato a termine un risultato per il quale si lavorava da un anno e mezzo. Negli ultimi mesi la città si è mossa in modo contraddittorio e non sapevo se quest’agitazione avrebbe potuto pregiudicare l’esito della gara. Si era rotta un’atmosfera incantata. Per fortuna non si è rotto il giocattolo. Ci siamo riusciti, nonostante partissimo svantaggiati. Eravamo lo Stabile più giovane, più fragile, con meno risorse e con una storia tormentata alle spalle».

Ora che succede?

«Andiamo incontro a una mutazione genetica, a un’evoluzione che rappresenterà una vera rivoluzione. Ora bisogna fare bene i compiti che non sono facili perché ci sarà una trasformazione complessa e delicata».

Resta aperta la partita del Cda, con la sfiducia del sindaco nei suoi confronti. Incassato il successo romano quali saranno le sue prossime mosse?

«Le decisioni spettano all’Assemblea dei soci. L’attuale Cda ha un consigliere in meno, bisognerà sostituirlo. Aspettiamo le indicazioni del sindaco».

Che però intende sostituire anche lei.

«Allo stato l’Assemblea deve sostituirne solo uno. Fa testo lo Statuto e non la prassi».

Insomma, lei resiste.

«Certo, continuo a fare il mio lavoro. Ma mi rendo conto che, dopo questo successo, si impone una riflessione. Non è detto, però, che si debba arrivare allo scontro. Bisogna capire chi e che cosa sta davvero tutelando il Comune».

Si spieghi meglio.

«Non si può danneggiare la città. Va recuperata una situazione di armonia che tuteli tutti. Io sono disponibile a contribuire a un clima di serenità».

Quindi resta al suo posto?

«Se si crea un proficuo clima di tranquillità, dopo questi drammi di Shakespeare ai quali abbiamo assistito, lascio ben volentieri. Posso farlo oggi, domani, dopodomani. Ma non vedo ancora questo clima».

Un clima che stava mandando a monte la nomina a Teatro Nazionale.

«Il risultato non era scontato e le polemiche hanno creato turbamenti. Voglio capire bene la situazione e sono disposto a fare un ragionamento franco, ma non mi permetterei mai di contestare le istituzioni. Aspettiamo che il Comune completi le procedure della manifestazione di interesse per il Cda e poi vedremo come andare avanti».

Nel basso punteggio ottenuto dal Mercadante ha pesato anche la debolezza del progetto del direttore Luca De Fusco. Pensa che debba rimanere al suo posto?

«Lo decideranno i soci. Ma vorrei che sulle questioni strettamente politiche ci si scontrasse nelle sedi opportune e non in teatro. Il mio ruolo è quello di garante dei soci, chiunque essi siano. Recuperiamo in modo civile un’armonia generale».

Ma si è mai detto: «chi me l’ha fatto fare?».

«No, ma è la domanda che mi hanno fatto in tanti tra coloro che mi sono vicini, per affetto e perché conoscono il mio carattere. Ma lasciamo perdere, lasciamo perdere».