«Semi di Storie», la rete dei Punti Lettura in Regione Campania

Il riscatto che passa dalla cultura e dalla lettura

La sede di Punti di Lettura
La sede di Punti di Lettura
Martedì 1 Agosto 2023, 11:09 - Ultimo agg. 15:22
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Occhi, a volte increduli, a osservare quella illustrazione tanto speciale. Dita, piccole e forti, a indicare numeri, lettere, colori. Orecchie, curiose e impazienti, tese ad ascoltare storie. Da questa primavera a Napoli, e poi a Morra De Sanctis, a Casal di Principe, a Torre del Greco, sono nati spazi dove gettare il seme di un’infanzia da coltivare. Sono i Punti Lettura Semi di Storie, istituiti nel 2020 dalla Regione Campania attraverso la legge 15/2020, pensati «ad altezza» di bambine e bambini da zero a sei anni e dei loro genitori. Il loro scopo? Tracciare per le bambine e i bambini dei nostri quartieri, delle città, dei paesi della Campania un percorso per crescere, per conoscere il mondo e abitarlo con protagonismo, anche quando le premesse sembrano restringere l’orizzonte. Perché riscattarsi è possibile, anche attraverso la l’atto di leggere insieme.

È questo il senso che, ogni singolo giorno, ogni operatrice e operatore dà nel momento in cui varca la soglia di un Punto Lettura Semi di Storie: offrire a una bambina e a un bambino, e anche all’adulto che l’accompagna, uno strumento così piccolo eppure così potente quale è un libro. E cogliere al tempo stesso il senso della restituzione: gli occhi increduli, le dita e le orecchie tese a conoscere e riconoscere parole ed emozioni, stati d’animo, esperienze del vissuto quotidiano.

Perché si fa? Perché ogni volta che si legge insieme si realizza una magia, e l’operatrice e l’operatore compie un gesto potente di «condivisione rituale» - come dice Rosa Tiziana Bruno nel saggio «Educare al pensiero ecologico. Letture, scritture e passeggiate per un mondo sostenibile», Topipittori 2020 - in quel momento in cui «la voce dà corpo alla materia preziosa delle storie che risuona e brilla». In quel preciso istante si getta il seme di una nuova e più sana comunità e di una cittadinanza attiva, oltre che di una urgente alfabetizzazione emotiva.

Nel concreto, l’obiettivo della rete dei Punti Lettura è proprio questo: attraverso la Legge Regionale n. 15 del 24 giugno 2020 «Legge a sostegno delle buone pratiche per le politiche integrate di sicurezza. Istituzione di Punti Lettura rivolti alle bambine e ai bambini dalla nascita fino a sei anni di età e ai loro genitori», la Regione Campania ha inteso diffondere, attraverso la Fondazione Pol.i.s. che è soggetto di riferimento per l’attuazione della norma, proprio una fitta mappa di Punti Lettura, spazi educativi messi a disposizione da enti pubblici e del Terzo Settore, specificamente allestiti e dotati di libri per le bambine e i bambini da zero a sei anni. Gli interventi previsti dalla Legge rappresentano un «servizio universale», come lo definisce il testo stesso, rivolto a tutti i minori e ai loro genitori o adulti di riferimento, con una particolare attenzione alle famiglie che vivono in contesti vulnerabili, dove è necessario intervenire per contrastare la povertà educativa e la devianza sociale, applicando dispositivi educativi di sviluppo umano e sociale già dai primi mesi di vita.

L’obiettivo è quello di sostenere la crescita delle bambine e dei bambini nei loro primi anni di vita e, al contempo, rafforzare le competenze dei caregiver tramite la lettura dialogica, una specifica modalità di lettura condivisa che supera il concetto di lettura ad alta voce e fa dell’atto di leggere insieme un processo di cura, dialogato, evolutivo, denso di stimoli e rimandi emotivi e cognitivi. Negli ultimi decenni le neuroscienze e le scienze psicopedagogiche hanno prodotto robuste evidenze scientifiche che dimostrano quanto l’atto di leggere insieme adulto/bambino, soprattutto nelle fasce di popolazione più vulnerabile, crei un ambiente favorevole allo sviluppo psicofisico, promuova l’acquisizione di competenze linguistiche, rafforzi la relazione, faciliti l’acquisizione e il consolidamento di codici emotivi. Verso la fine degli anni ’80, lo psicologo statunitense Grover Whitehurst struttura la pratica della lettura dialogica definendola come un’esperienza di lettura interattiva e condivisa che coinvolge adulti e bambini, e codificandola attraverso l’utilizzo di suggerimenti specifici che incoraggiano i rimandi tra piccoli e grandi. La legge regionale 15/2020 si appoggia dunque su queste solide fondamenta scientifiche, e le approfondisce e le sviluppa facendosi affiancare nel percorso dagli atenei Suor Orsola Benincasa e Federico II.

Un albero, a indicare che soltanto con radici profonde e solide si può crescere all’interno di una comunità altrettanto salda e robusta e farne parte attiva, e tutt’intorno cuscini e scaffali, albi e tappeti. Un Punto Lettura Semi di Storie ha in sé la metafora costante del seme destinato a sbocciare, attraverso le varie gradazioni di verde che rappresentano crescita, stupore, coscienza, riscatto. Ecco, è proprio questo un Punto Lettura Semi di Storie, uno spazio in cui non si fa altro che dare una possibilità e nel quale una operatrice o un operatore gestisce il tempo nutriente delle storie.

Una filastrocca scandisce l’inizio, rime per far entrare le bambine e i bambini nell’universo/mondo dei libri e delle storie.

E poi si comincia: si scelgono albi e si legge insieme, dapprima l’operatore o l’operatrice con le bambine e i bambini in una dinamica costante di dare e avere, in un movimento che è come un’onda e che tiene insieme il cerchio di occhi spalancati; poi bambine e bambini insieme agli adulti che li hanno accompagnati nel momento più intimo della «semina», accoccolati su grandi e morbidi tappeti a leggere dopo aver scelto liberamente tra l’ampia offerta di albi illustrati e libri, sempre in incremento.

È proprio questa la natura di un Punto Lettura Semi di Storie: mettere in atto la dinamica costante del dare e dell’avere, quell’esatto svolgimento per cui la lettura crea un tempo disteso e rilassato, nel quale si favorisce il dialogo anche attivo, si fanno domande, si creano curiosità, si esplora il mondo, lo si ascolta e lo si comprende. Ogni storia è un seme che piantiamo dentro di noi e dentro a una bambina e a un bambino. Quante cose può fare un albo! E quante cose può fare uno spazio pensato «ad altezza bambina/o», curato, amato, reso vivo e fecondo dallo sguardo lungimirante di chi l’ha pensato, voluto, realizzato… e da chi se ne prende cura ogni giorno creando il solco in cui seminare futuro. 

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