Attentato al consolato Usa di Firenze, Hamas rivendica. Fermato un ventenne nato in Italia da genitori palestinesi

Il giovane vive in provincia di Firenze e nella sua casa gli investigatori diretti dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura del capoluogo toscano avrebbero trovato diversi riscontri

Attentato al consolato Usa di Firenze, Hamas rivendica. Fermato un ventenne nato in Italia da genitori palestinesi
Attentato al consolato Usa di Firenze, Hamas rivendica. Fermato un ventenne nato in Italia da genitori palestinesi
Sabato 3 Febbraio 2024, 13:56 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 07:02
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Due molotov lanciate contro il consolato Usa la notte tra il 31 gennaio e il 1 febbraio. Poi il video di rivendicazione sul canale Telegram «The whole world is Hamas» con il monito allo governo Italiano di non fornire appoggio allo stato di Israele. Dopo tre giorni di indagini, gli investigatori di Digos, Ros, Carabinieri del comando provinciale e della polizia postale di Firenze, hanno individuato e fermato il presunto autore dell'attacco e della rivendicazione.

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L'allarme

Il provvedimento, su ordine del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e del pm della Dda Lorenzo Gestri per atto di terrorismo con ordigni aggravato dalla minorata difesa, è scattato per un 21enne italiano, figlio di una coppia giordana, abitante nel Fiorentino. Per l'accusa il giovane avrebbe lanciato le due molotov agendo di notte «sulla pubblica via in una zona ad alta presenza abitativa con presenza di autovetture» con il rischio di «determinare un effetto d potenziamento esponenziale delle fiamme».

Circostanze «idonee a impedire la pubblica e privata difesa». Il giovane è anche indagato per porto delle due molotov, ritenuti dalla Procura «congegni micidiali da equiparare alle armi da guerra». Anche in questo caso è contestata l'aggravante della minorata difesa. È stato fermato sulla base di «gravi indizi di reità», «elementi investigativi plurimi e convergenti». Inoltre i pm ritengono che ci sia il «concreto pericolo di fuga», poiché il giovane potrebbe «procurarsi collegamenti con l'estero» e trovare «luoghi di immediato riparo». Il 21enne, nato in Italia, non ha avuto mai problemi con la giustizia. Vive in un appartamento con la famiglia a Dicomano, dove lavora e studia. Proprio in quell'abitazione la notte scorsa gli investigatori hanno eseguito una perquisizione e sequestrato pc, cellulari e sim. Inoltre, sarebbero stati trovati abiti imbevuti di liquido infiammabile e un giubbotto mimetico, identico a quello utilizzato per il video al momento della rivendicazione.

Le indagini

Gli investigatori della Polizia postale, partendo dal canale Telegram hanno seguito le tracce telematiche e sono arrivati a lui, amministratore del canale 'The whole world is hamas' sul quale è stato postato il video di rivendicazione - inviato anche a tre media, Tgr Rai Toscana, Report e Firenze Today - e altri due messaggi tra l'1 febbraio e ieri. «È stato rinchiuso a Sollicciano ed è molto scosso, ma è in attesa dell'udienza di convalida del fermo prevista nei prossimi giorni - spiega l'avvocato Chiara Bandini, legale d'ufficio del 21enne -. È un ragazzo intelligente ed educato e ha una famiglia che non intende abbandonarlo in questo momento». Sorpreso e dispiaciuto il sindaco di Dicomano Stefano Passiatore: «Mai si sono verificati episodi che facessero immaginare la presenza a Dicomano di persone in grado di compiere tali gesti. Non conosco il ragazzo - aggiunge Passiatore -, ma le accuse ipotizzate dalla Procura sono pesanti e gli indizi appaiono importanti. La giustizia deve fare il suo corso». Nei prossimi giorni ci sarà la convalida del fermo: «Avremo modo di capire come si sia potuti arrivare a tanto». Un grazie alle forze dell'ordine è arrivato dal ministro dell'interno Matteo Piantedosi: «Sono riuscite, grazie a un efficace lavoro di indagine a risalire al responsabile che aveva minacciato di compiere altri attentati».