Avvocato ucciso a Locri. Zio confessa:
l'ennesima lite per questioni di vicinato

I carabinieri sul luogo del delitto
I carabinieri sul luogo del delitto
Giovedì 23 Febbraio 2017, 19:43 - Ultimo agg. 20:26
1 Minuto di Lettura

La pistola con cui è stato ucciso a Locri l’avvocato penalista Francesco Filippone è stata trovata all’interno dell’appartamento dello zio. Antonio Sgrò, pensionato di 68 anni, all’arrivo dei carabinieri non ha opposto resistenza e si è consegnato. Nel corso dell’interrogatorio, ancora incredulo, ha raccontato la sua versione dei fatti e ammesso le proprie responsabilità. All’origine del gesto vi sarebbero stati dissidi che andavano avanti ormai da tempo. Non era la prima volta, infatti, che zio e nipote litigavano per questioni di vicinato: entrambi vivevano sullo stesso pianerottolo – nel palazzo davanti al quale è stato commesso l’omicidio – ed avevano un ingresso esterno in comune da cui poi si accede a tre appartamenti. Oggi l’ennesima discussione che ha portato Sgrò a impugnare la pistola 7.65 e a sparare contro il nipote, colpendolo mortalmente alla testa e al torace. «Una tragedia che sconvolge la città intera, una vicenda familiare, a quanto pare, che provoca dolore e sconforto», ha commentato il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, che ha deciso di annullare tutte le iniziative di Carnevale in programma sabato prossimo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA