L’addio a Vittorio Emanuele, a Napoli messa solenne al Plebiscito

Cerimonia a San Francesco di Paola con le Guardie d’Onore del Pantheon

Vittorio Emanuele a Napoli
Vittorio Emanuele a Napoli
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Sabato 3 Febbraio 2024, 23:00 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 07:26
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Napoletano per nascita, Vittorio Emanuele di Savoia con la città ha avuto un rapporto stretto, mai ostentato. Partì da Napoli nel giugno del 1946 per un esilio lungo 57 anni e denso di eventi controversi, sbarcò a Napoli nel 2003 quando terminò il divieto di rientro in Italia. In quei giorni la città si divise tra accoglienza calorosa e proteste vivaci, eppure Vittorio Emanuele confessò il suo trasporto per la città: «In tanti mi chiedono se tornerò. La verità è che io a Napoli sono a casa mia». Rodolfo Armenio è «grande ufficiale segretario della delegazione della Campania degli ordini dinastici di casa Savoia», spiega che l’intero mondo monarchico della regione è a lutto, sta organizzando la cerimonia funebre con la quale Napoli saluterà Vittorio Emanuele: «In concomitanza con i funerali - spiega Armenio - a Napoli verrà celebrata una funzione religiosa nella basilica di San Francesco di Paola a piazza del Plebiscito». I dettagli sono ancora nebulosi perché l’organizzazione è stata appena avviata, di certo c’è che alla cerimonia parteciperanno «tutti i cavalieri, in manto, e una rappresentanza della Guardia d'onore alle reali tombe del Pantheon», chiarisce Armenio che annuncia inviti ufficiali per tutte le autorità cittadine «dal Prefetto al Questore, dal presidente della Regione al Sindaco». Non c’è ancora certezza sul celebrante anche se Armenio ha un’idea precisa:

«Ci piacerebbe che la cerimonia religiosa fosse officiata dal cardinale Crescenzio Sepe che è anche cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro di casa Savoia. Ma non sappiamo ancora se riuscirà ad esaudire il nostro desiderio, anche perché sua Eminenza potrebbe avere impegni pregressi. Comunque ci sono tanti sacerdoti che sono vicini a noi, penso, ad esempio, a don Luigi Rastillo, che pure fa parte degli Ordini dinastici». Nel giorno del lutto arriva anche il messaggio, sincero, dal Movimento Neoborbonico: «Rispetto per la morte dell’uomo e cordoglio nei confronti della famiglia - dice Gennaro De Crescenzo, il fondatore del Movimento - di fronte a certi eventi non si può che chinare il capo. Io, però, spero che questo momento possa rappresentare la svolta, un taglio netto e definitivo con il passato che consenta ai Savoia, finalmente, di ammettere che nei confronti del Meridione sono stati commessi tanti, troppi errori. Non penso a scuse formali, ma solo a un’ammissione di colpe per quel che accadde e che causò ferite morali ed economiche a questa terra. Ferite che, ancora oggi, sanguinano». Tifoso del Napoli e attento allo sport, Vittorio Emanuele ha sempre gioito per le vittorie azzurre e in occasione dello scudetto inviò un messaggio nel quale ironizzava sulla passione juventina di suo figlio Emanuele Filiberto ma celebrava il grande successo della “sua” squadra del cuore.

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Non mancò di far sentire il suo appoggio al Savoia, nel passato, quando nel ‘99 la formazione riuscì a raggiungere la serie B. Oggi la formazione di Torre Annunziata, che gioca nel campionato di Eccellenza, è stata rilevata da Emanuele Filiberto: «Oggi è un giorno triste per la storia dell'Italia e per il dolore che mi stringe all'amico fraterno Emanuele. Le parole in questo momento sembrano essere davvero troppo scarne, futili e mute per poter lenire il dolore che riempie questo vuoto. Ci lascia un uomo depositario di una grande storia, di un immenso destino segnato da grandiosità, sofferenza e amore per l'Italia», sono le parole che il presidente del Savoia calcio , Nazario Matachione, ha affidato ai social. In città Vittorio Emanuele tornò nel 2003 al termine dell’esilio. Visse giorni intensi, andò ad omaggiare San Gennaro, portò doni e fece beneficenza agli ospedali, fu ospite del palco Reale del San Carlo dov’è impresso il simbolo di casa Savoia. Da quel giorno è tornato più volte, anche per raggiungere l’atelier del sarto Fabio Borrelli, che realizzò il tight per il matrimonio ad Emanuele Filiberto, suo storico amico, e anche l’abito per le nozze del padre. Pochi i momenti di incontro ufficiale, quasi tutti legati al giorno del rientro in Italia quando, durante un ricevimento al circolo Savoia, strinse la mano all’allora sindaco Rosa Russo Iervolino e all’ex presidente della Regione, Antonio Bassolino: «Vittorio Emanuele è stato un personaggio controverso e bisogna vederlo anche all'interno della complessa vicenda degli ultimi Savoia - ha detto ieri Bassolino - mi dispiace per la sua scomparsa e mi auguro che i Savoia possano, nel prossimo futuro, avere il miglior rapporto possibile con la Repubblica italiana».