Savoia, l'eredità tra ville, gioielli e diademi: ecco il tesoro lasciato da Vittorio Emanuele ("conteso" dallo Stato)

Secondo Casa Savoia, che avrebbe anche i documenti per confermarlo, i gioielli in questione non sarebbero "della Corona" e quindi spettanti ora allo stato Italiano, ma gioielli acquistati in famiglia per regali, anniversari. Dunque patrimonio personale che oggi spetterebbe in eredità a Emanuele Filiberto

Morto Vittorio Emanuele, ecco quali sono i gioielli e gli altri beni in eredità
Morto Vittorio Emanuele, ecco quali sono i gioielli e gli altri beni in eredità
di Monica De Chiari
Lunedì 5 Febbraio 2024, 12:26 - Ultimo agg. 6 Febbraio, 19:35
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Dopo la morte lo scorso sabato dell'ultimo erede al trono sabaudo, Vittorio Emanuele di Savoia, adesso la domanda è una sola, cosa ha lasciato (e potrà lasciare) in eredità al figlio Filiberto. La guida degli Ordini dinastici, e la guida del Casato che getta le radici nell’anno mille sulle Alpi tra Francia e Italia. Un regno, un trono, però, dal referendum del 1946 non ci sono più da trasmettere. Ma non solo, non ci sono più neppure immobili, residenze reali in Italia. Tutto fa capo allo stato italiano, da palazzo Madama a Torino, al castello di Racconigi o la Venaria reale. 

 

La storia

L’abolizione della tredicesima disposizione sul finire dei ’90 ha permesso a inizio Duemila a Vittorio Emanuele di tornare in patria. Negli anni ‘60 i Patti di Helsinki avevano cancellato la pena di morte e la pena dell’esilio, ma sarà l’accademico torinese, il professor Giorgio Lombardi a farsi portatore in sede europea delle istanze dei Savoia che desideravano poter tornare in Italia. Al tempo del governo Berlusconi, ministro un altro professore, Marcello Pera, arrivò così per i Savoia il sì al rientro. Ma le richieste non si fermarono qui. Vittorio Emanuele anni fa aveva ricevuto a Ginevra una bozza di accordo dall'Italia, oltre al ritorno in patria, ai Savoia sarebbe stato accordato sulla carta anche di poter disporre di un palazzo dove risiedere quando in Italia, e una scorta per garantirne la sicurezza. Da li, Vittorio Emanuele aveva espresso anche il desiderio di tornare in possesso della quadreria di re Umberto al castello di Racconigi, ispirandosi a quello che ero stato l’accordo stipulato in Francia col conte di Parigi, discendente dell’ultimo sovrano di Francia.

Ma oltre al rientro in Italia, nessun palazzo né quadreria fu resa. E parlando di Francia, per secoli i Savoia sono stati proprietari dell’abbazia di Altacomba dove nell’83 fu sepolto re Umberto. Poi l’abbazia è stata ceduta allo stato francese.

 

L'eredità 

Dunque oggi le proprietà che Emanuele Filiberto eredita sono immobili, a Ginevra o Parigi con la villa di Cavallo e lo chalet di Gstaad, che Vittorio Emanuele aveva acquistato o fatto costruire con i profitti di anni di mediazioni commerciali, specie il periodo in cui lavorò per la Agusta per piazzare commesse di elicotteri, sfruttando la sua rete di connessioni aristocratiche: dal cugino re Baldovino del Belgio allo Scia di Persia. Senza considerare beni immobili ci sono le piccole manie personali collezionate in una vita in esilio: a partire dalle conchiglie rare. Sub esperto si immerse con Cocteau e scelse Cavallo proprio per i relitti nei fondali attorno all’isola. Durante un’immersione recuperò anche un oggetto d’oro che da allora portò al collo come un amuleto. 

La villa

Sbarcando in Svizzera invece, più precisamente nella grande villa sulla collina ginevrina a Vesenaz, messa in vendita da poco, ci sono ancora piccoli e grandi tesori custoditi per una vita. Disegnata da Marina di Savoia, la villa catturava l’attenzione con il grande salone a gradinate discendenti, in moquette bianca, i mobili modernissimi, quasi futuristici, molto anni ’70. All’asta da Christie’s sono andati tutti i mobili disegnati dalla principessa per la villa che era stata frutto della sua creatività: un curioso mobile bar, quadri di Lichtenstein, sedie e l’enorme tavolo di marmo che forse ricorda al centro della casa. E la stessa casa d’aste ha venduto a settembre pure gioielli: un anello con acquamarina, un bracciale con piccoli smeraldi e anelli con smeraldi, rubini o perle. A proposito di vendita di davvero tesori preziosi di Casa Savoia, negli anni, fece notizia la vendita all’asta a Londra nel 2007, di favolosi gioielli da parte di Maria Gabriella di Savoia, sorella di Vittorio Emanuele.

 

I gioielli

E i gioielli ereditati da Filiberto oggi? Il collare d’oro dell’Annunziata destinato a chi guida l’ordine. Poi il diadema di Marina di Savoia che arrivò al sì con Vittorio Emanuele senza sangue blu ma con ricchezze di famiglia. Resta il mistero dei favolosi Gioielli della Corona, o meglio i Gioielli custoditi nella sacrestia di Bankitalia. «Il grande diadema che fu della regina Margherita, la sovrana più elegante di casa Savoia che comparve a teatro a Vienna, vestita di rosso e scintillante di diamanti e perle. Poi ci sono diamanti e perle a goccia. E spille, due grandi bracciali, un chocker, una grossa riviére di brillanti, e una grossa catena con nappe finali e cinque grossi fiocchi preziosi che la sovrana indossava spesso: tutti pezzi realizzati dal gioielliere Musy che negli anni furono indossati dalla regina Margherita e dalla regina Elena, mai da Maria José l’ultima regina», come ha spiegato al Corriere, l’esperto Stefano Papi messo sulle tracce del tesoro reale da Casa Savoia anni fa. E qui sorge l'equivoco, secondo Casa Savoia che avrebbe anche i documenti per confermarlo,  i gioielli in questione non sarebbero "della Corona" e quindi spettanti ora allo stato Italiano, ma gioielli acquistati in famiglia per regali, anniversari. Dunque patrimonio personale dei Savoia che oggi spetterebbe dunque in eredità a Emanuele Filiberto. Bisognerà aspettare per conoscere il responso definitivo e chissà che un giorno questi gioielli tornino di nuovo alla luce del sole. 

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