Le rubano in casa i gioielli, li ritrova in vendita nel sito di un Compro oro: sospettata la colf

Le rubano in casa i gioielli, li ritrova nel Fanese in vendita nel sito di un Compro oro. Foto generica
Le rubano in casa i gioielli, li ritrova nel Fanese in vendita nel sito di un Compro oro. Foto generica
di Luigi Benelli
Giovedì 29 Giugno 2023, 10:17 - Ultimo agg. 18:10
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Gioielli e riciclaggio, in due a processo. Ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pesaro sono finiti una 47enne e un 50enne, residenti nel Fanese, protagonisti di una storia che inizia nel 2018, a Gubbio. Qui una signora denuncia la scomparsa di alcuni monili d’oro da casa sua. Non essendoci segni di effrazione, il sospetto era ricaduto sulla colf che era finita dunque a processo in Umbria con l’accusa di furto. La signora non si è data pace e ha iniziato a cercare i suoi gioielli, non solo per una questione di valore, ma anche per un legame affettivo.

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La denuncia


Così è finita in un sito di rivenditori di Compro Oro nel Fanese e ha individuato alcuni dei suoi averi.

Scatta una nuova denuncia ai carabinieri che iniziano i riscontri. Dalle indagini sarebbe emerso che un paio di orecchini, due collane d’oro da quasi 10 grammi ciascuna, erano stati portati alla titolare del negozio dal 50enne con trascrizione sbagliata dei suoi dati o senza produrre documenti sulla provenienza degli oggetti come prevede la norma. Di qui l’accusa per lui e la titolare del negozio di riciclaggio visto che, secondo l’accusa, sapevano della provenienza delittuosa degli oggetti. E avrebbero ostacolato l’identificazione di tale provenienza. Oggetti che la vittima del furto avrebbe riconosciuto con certezza assoluta. Tanto da avanzare la denuncia. Per l’uomo anche l’accusa di ricettazione, visto che gli ori erano oggetto di furto.

Chiesta la riqualificazione del capo di imputazione


L’avvocato Leonardo Chiocci ha chiesto una riqualificazione del capo di imputazione rispetto al riciclaggio. L’imputata è difesa dall’avvocato Mattia Pettirossi. I due sono stati rinviati a giudizio e l’udienza è stata aggiornata al 5 luglio. La vittima si è costituita parte civile chiedendo 10 mila euro di risarcimento. 
 

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