Roma, accusa il marito di violenza ma lo picchiava lei: «Denunciare era di moda». Assolto dai giudici

La moglie pesa 140 chili, lui è basso e minuto: assolto dai maltrattamenti

Roma, accusa il marito di violenza ma lo picchiava lei: «Denunciare era di moda». Assolto dai giudici
Roma, accusa il marito di violenza ma lo picchiava lei: «Denunciare era di moda». Assolto dai giudici
di Giulio Pinco Caracciolo
Sabato 2 Marzo 2024, 00:02 - Ultimo agg. 4 Marzo, 07:12
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«Ho deciso di denunciare perché mi sono fatta prendere dalle notizie che sentivo in televisione. Si sentiva tanto delle violenze e così ho pensato: non si sa mai, denuncio”. Ma in realtà ero io quella che menava forte». Questa l’assurda motivazione che ha spinto Paola (nome di fantasia) a portare l’ex marito in tribunale con l’accusa di maltrattamenti. Ma ieri mattina M.M., romano di 72 anni, è stato assolto dai giudici della Capitale «perché il fatto non sussiste». Un vero incubo, stando alle iniziali contestazioni della Procura, durato dal 2014 sino al 31 luglio 2019, data in cui l’imputato venne allontanato da casa. Liti feroci che culminavano in pugni, schiaffi e addirittura testate, in un clima di perenne «vessazione di natura psicologica e fisica», si legge nel capo d’imputazione, che avrebbero causato alla moglie «un perdurante e grave stato di ansia e di paura, ingenerando un fondato timore per la propria incolumità personale». Tutto questo davanti alle due figlie gemelle, all’epoca minorenni. Tanto è vero che al 72enne era contestata anche l’aggravante di aver sottoposto le ragazzine «ad atti di vessazione psicologica, facendole assistere agli atti di sopraffazione posti in essere nei confronti della madre, nonché in alcune occasioni percuotendole anche fisicamente, così rendendo le condizioni di vita del nucleo familiare insostenibili».

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L’ALTRA VERITÀ

Ma nel corso del lungo processo è emersa una realtà ben diversa. A prendere le botte era lui. Gli insulti c’erano, ma reciproci: a volte qualche strattone e un paio di schiaffi, ma anche in questo caso da parte di entrambi. «Un comportamento sicuramente non adeguato per garantire la serenità dei figli – ha sottolineato in aula l’avvocato della difesa, Alessia Sangiorgio – ma che non dimostra in alcun modo la veridicità dei maltrattamenti. Anche sentendo le testimonianze della presunta vittima e guardando la differenza di corporatura tra lei e il marito». Lui è un uomo piccolo di statura e minuto di corporatura. Paola, invece, è giunonica: pesa oltre 140 chili. In aula ha confessato: «Signor giudice, qualche pugno e ceffone l’ho dato, anche se non sono una campionessa di boxe». E infatti all’ospedale ci è finito l’ex marito, con le costole rotte per una gomitata in pieno sterno al termine di una delle tante liti. La vergogna è tanta e per proteggere il nome della famiglia l’uomo ha raccontato ai medici di aver fatto una brutta caduta in casa.

«Chi iniziava? Erano tutti e due al 50 per centoha riferito in udienza una delle due figlie della coppia – Una volta, al termine di una lite, sono entrata in camera e ho visto lui steso a terra dopo essere stato picchiato da mia madre». E ancora: «Quando mio padre ha perso il lavoro abbiamo passato molto tempo a casa da sole con lui ed eravamo sempre tranquilli, poi appena rientrava in casa mia mamma iniziava la guerra». Due gli episodi più gravi contestati dagli inquirenti: uno, inserito nella denuncia, nel quale la donna si sarebbe ferita con un coltello da cucina. Episodio sfatato dalla stessa vittima durante la sua testimonianza in tribunale: «Stavamo discutendo e lui stava affettando i pomodori, a un certo punto ho provato a toglierli il coltello dalle mani e mi sono tagliata». L’altro invece riguarda una sera in cui l’uomo avrebbe perso la pazienza per una risposta molto sgarbata delle figlie e le avrebbe strattonate per convincerle a buttare la spazzatura. Episodi giudicati del tutto irrilevanti dalla pm Filomena Angiuni che ha chiesto e ottenuto l’assoluzione dell’uomo «perché il fatto non sussiste».

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