I residenti del quartiere Flaminio tirano un sospiro di sollievo almeno per otto giorni. Tanti sono quelli di sospensione della licenza notificati tre giorni fa al proprietario della discoteca Opus club, in via Giuseppe Sacconi, su decisione del Questore di Roma il quale, dopo tre denunce sporte da altrettanti giovani per aggressioni avvenute nello stesso locale, ha stabilito che «l’attività costituisce un serio pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica dei cittadini». Episodi di malamovida che sono da tempo denunciati dai cittadini: «Sono gravi le due aggressioni, ma è ancora più grave quello che accade fuori tra atti vandalici, schiamazzi, macchine danneggiate. Non si può aprire una discoteca in un quartiere così».
LE VIOLENZE
A far scattare il provvedimento di chiusura tre denunce, effettuate in due diversi commissariati.
I RESIDENTI
«È un problema che va avanti da anni e nessuno fa niente», dice Francesco P., che in zona non solo ci abita ma ci lavora anche da ormai qualche decennio. «Siamo in tanti ad avere esercizi commerciali ma per non dare fastidio ai residenti abbiamo una nostra regola: le serrande si abbassano alle 23». «Quello che non capisco - continua - è come si può pensare di fare una discoteca qui. È grave quello che succede all’interno ma lo è anche quello che accade fuori».
Macchine danneggiate, risse in strada, schiamazzi a qualsiasi ora della notte, bottiglie di alcolici sparse ovunque e addirittura urina sui muri accanto ai portoni. Ad aver vissuto in prima persona questo tipo di episodi Marco A., che abita a pochi passi dalla discoteca. «Poco prima di Natale, era un venerdì notte, mentre tornavo a casa ho visto due ragazzi che, girati di spalle, stavano facendo i loro bisogni sul muro che confina con il cancello del mio palazzo» - racconta - «mi sono avvicinato per cercare di dissuaderli, erano evidentemente alterati, mi sono venuti vicino minacciandomi». E ancora, a distanza di pochi giorni. «Sono sceso a prendere la macchina una domenica mattina e l’ho trovata distrutta, come altre che erano vicino alla mia, poi ho scoperto che erano stati due giovani che, in stato di ebrezza, erano usciti proprio da quel locale». Un sospiro di sollievo quindi questi otto giorni di chiusura per i residenti che però non sono soddisfatti e continuano a ripetere: «Non può esserci una discoteca qui».