Mingardina, è battaglia: «I lavori a Camerota erano urgenti, autorità lo certificarono»

Le ragioni dell’avvocato D’Angiolillo, difensore del Comune: «Tutte le attività sono state eseguite rispettando la normativa»

Le esplosioni sulla Mingardina
Le esplosioni sulla Mingardina
di Antonietta Nicodemo
Venerdì 5 Aprile 2024, 07:00
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Il giorno dopo la sentenza del Tar sui lavori alla falesia, si rincorrono le reazioni da parte di chi si è opposto agli interventi eseguiti dal sindaco Mario Scarpitta sul costone roccioso che sovrasta la strada costiera a Marina di Camerota. Per i giudici sono illegittimi ed è per questo che hanno rigettato integralmente il ricorso del primo cittadino contro il provvedimento della Soprintendenza che ordinava la sospensione dei lavori, disattesa dal sindaco.

«La sentenza del Tar conferma la fondatezza delle nostre preoccupazioni», dichiarano soddisfatti il vice presidente della camera dei deputati Sergio Costa e il consigliere regionale Michele Cammarano. «Fin da subito - dicono i due esponenti del M5S - abbiamo denunciato la situazione con atti parlamentari evidenziando il grave danno ambientale e paesaggistico causato dalla polverizzazione di un elemento inestimabile valore naturalistico. Le falesie e le grotte di Camerota sono parte del patrimonio Unesco. Continueremo a vigilare affinché simili episodi non si ripetano a salvaguardia dei nostri tesori».

Per l’avvocato Pasquale D’Angiolillo, che ha rappresentato Scarpitta al Tar, ci sono gli estremi per appellarsi al Consiglio di Stato ma spetta al primo cittadino decidere se andare avanti o meno contro i tre Ministeri che ha chiamato in causa con il ricorso. «Gli interventi sul costone roccioso sono stati eseguiti secondo le norme in materia - precisa - il Tar ha valutato solo i contenuti dei provvedimenti della Soprintendenza ma non ha tenuto conto dei verbali stilati in Prefettura con i vigili del fuoco e il Genio civile che attestano la pericolosità della strada e la necessità di intervenire con urgenza. Perché le ordinanze contingibili e urgenti, Scarpitta le ha emanate sulla base dell’accertamento del pericolo, basato sui rilievi delle autorità preposte, presenti agli incontri in Prefettura». «Il Tar - dichiarano i consiglieri comunali d’opposizione - ha confermato le nostre preoccupazioni, espresse anche nella seduta del consiglio comunale in cui fu decretata la somma urgenza e in cui fummo definiti scellerati per esserci opposti all’iter e ai provvedimenti adottati».

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Soddisfatta a metà l’associazione Italia Nostra, che si è costituita dinnanzi al Tar contro il ricorso del Sindaco. «È stata riconosciuta l’illegittimità delle demolizioni sulla falesia, come abbiamo sempre denunciato - afferma Teresa Rotella presidente della sezione cilentana - ma bisognava intervenire prima che venisse ridotta ad una cava di pietre. Lo scempio è compiuto, chi pagherà i danni arrecati al paesaggio, ai cittadini e al Cilento?».

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