Camerota, esplosioni per i lavori urgenti sulla Mingardina: il Tar prende tempo

I giudici devono pronunciarsi sul ricorso presentato dal Comune contro il Ministero della cultura e quell’ambiente, il Parco del Cilento e la Soprintendenza che hanno bloccato i lavori in somma urgenza

Le esplosioni
Le esplosioni
di Antonietta Nicodemo
Giovedì 21 Marzo 2024, 07:00
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Lavori di messa in sicurezza della strada Mingardina a Marina di Camerota. Il Tar non ha ancora deciso sul ricorso presentato dal Comune contro il Ministero della cultura e quell’ambiente, il Parco del Cilento e la Soprintendenza. L’udienza si è tenuta martedì scorso ma la sentenza non è ancora stata emessa. Secondo le nuove norme potrebbe essere depositata nelle prossime ore ma anche tra 45 giorni, o di più. Assente alla seduta l’avvocatura di Stato, presenti invece l’avvocato Pasquale D’Angiolillo legale del Comune e l’avvocato Adolfo Scarano che difende le tesi delle associazioni Italia Nostra e Per un comune migliore.

Le associazioni ritengono illegittimi i lavori fatti eseguire in somma urgenza dal sindaco Mario Scarpitta. Davanti ai giudici del Tar, Scarano ha messo in discussione ogni atto adottato dal primo cittadino per la rimozione dei massi in bilico sul costone roccioso, evidenziando l’insussistenza della somma urgenza. «Non c’è mai stata», afferma. Aspetto che è stato messo in luce anche dalla Soprintendenza. Tesi che, documenti alla mano, ha provato a smontare l’avvocato D’Angiolillo. «Il pericolo e l’urgenza dei lavori su quel tratto di strada - afferma - erano stati riconosciuti da Prefettura, Genio civile e vigili del fuoco. Il sindaco ha agito seguendo le indicazioni di tecnici specializzati». D’Angiolillo difende anche le tanto chiacchierate esplosioni eseguite sulla falesia: «Godevano anche dell’autorizzazione della Questura».

I lavori, dichiarati urgenti in un incontro in Prefettura a dicembre 2022, iniziarono nel febbraio 2023. Le rocce sul costone che sovrasta la strada furono rimosse prima meccanicamente poi furono fatte esplodere. «Non con tritolo», chiarì subito il sindaco. Immediatamente dopo le prime deflagrazioni sulla falesia, in un sito di grande pregio ambientale e paesaggistico, a ridosso della costiera Cilentana, all’interno del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Si susseguirono denunce e segnalazioni alla Procura e diffide della Soprintendenza. L’avvocato Scarano spiega: «Il Tar deve dirci se l’istituto della somma urgenza è davvero un passepartout idoneo ad eludere ogni normativa».

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I lavori sulla strada costiera che unisce Marina di Camerota a Palinuro sono stati eseguiti nelle rispetto delle norme? Potevano ritenersi di somma urgenza? Al Tar l’onere della risposta, attesissima da tutti i protagonisti della vicenda. All’epoca furono soprattutto le esplosioni a far scattare anche l’inchiesta giudiziaria tutt’ora in corso.