Napoli tra locali, droga e stupri, la rivolta dei gestori: «Guerra ai fuorilegge»

Il numero delle location non autorizzate doppia quello delle feste regolari

Napoli tra locali, droga e stupri, la rivolta dei gestori: «Guerra ai fuorilegge»
Napoli tra locali, droga e stupri, la rivolta dei gestori: «Guerra ai fuorilegge»
di Gennaro Di Biase
Martedì 19 Marzo 2024, 22:11 - Ultimo agg. 20 Marzo, 16:55
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Aumentano party o djset abusivi e aumentano gli abusi. L’escalation di serate e mini rave irregolari è fuori controllo, tra Napoli, provincia e non solo. Le feste non autorizzate sono «il doppio di quelle a norma». A parlare nel dettaglio delle cause e delle modalità del fenomeno delle discoteche selvagge sono i titolari dei locali che rispettano le regole: dalla Mela all’Arenile, passando per l’Hbtoo e il Neasy. Invocano, tra le altre cose, «un’intensificazione dei controlli preventivi, anche online». L’appello arriva a poche ore di distanza dall’intervista della ragazza che ieri, su queste pagine, ha denunciato un aumento degli abusi non solo di stupefacenti, ma anche a sfondo sessuale, nelle serate dei giovanissimi. Droga dello stupro compresa.

Il numero delle location delle serate non autorizzate doppia quello delle feste regolari. Le proporzioni del fenomeno le fornisce Alessandro Esposito, presidente di Silb Campania e socio di Ambasciatori, La Mela, Teatro Posillipo, Neasy e Bruttini: «Va fatta una distinzione netta fra i locali che rispettano le regole e quelli che le aggirano - esordisce - La ragazza intervistata ieri fa riferimento a situazioni in cui ci sono persone riverse a terra nei bagni.

I posti in cui si verificano queste scene non vanno considerati locali. Una discoteca a norma, per poter aprire, deve superare 20 autorizzazioni. Il problema è che mancano i controlli preventivi, talvolta anche da parte dei genitori. Mia figlia ha 19 anni: quando va a ballare devo sapere dove va. I ragazzi stanno prendendo una brutta strada, ma inconsapevolmente: la vita notturna è conseguenza di quella diurna. Non c’è un freno nel quotidiano: le guerre, i modelli sbagliati sui social, l’eccessiva libertà concessa a volte dai genitori, tutto questo si trasferisce nella vita notturna. Nei locali a norma i rischi sono quasi azzerati, rispetto a quelli irregolari. In questi contesti 40 under 18 su 100 accedono con documenti falsi. I posti non a norma, tra Napoli e provincia, sono più di 50 e operano nell’abuso più totale. Si sostituiscono a una discoteca: montano impianti nei bar, sulle terrazze, in ville, mettono musica e aprono. Senza nessuna licenza. Il nostro è un lavoro di responsabilità, perciò nelle nostre aziende investiamo contro l’abusivismo».

Naturalmente, le serate “abusive” fanno fiorire l’economia in nero. «È una vergogna: tra case, ville e bar che si trasformano in discoteche, i rischi per i giovani sono sempre più alti - argomenta Umberto Frenna, titolare dell’Arenile - Si affittano locali per 4 soldi, senza pagare nulla, né Siae, né agibilità, né verifiche per le norme antincendio. Una serata abusiva con djset costa un migliaio di euro. Per noi, invece, le spese sono almeno l’80% dell’incassato. Le serate abusive per i ragazzini costano circa 25 euro, e per chi le organizza sono tutti a nero. Dove non c’è controllo, ai giovani può essere somministrato di tutto. La soluzione? Le autorità dovrebbero intensificare i controlli sulle piattaforme social, in particolare sulle serate per i minori. Il 27 avremo una serata per i liceali all’Arenile: il bar sarà rigorosamente analcolico». «È pieno di locali non autorizzati che fanno serate simili alle nostre - aggiunge Andrea Blandini, titolare dell’Hbtoo - Purtroppo salta agli occhi che la droga è sempre più presente. Da me non ci sono problemi, perché il nostro target di clientela è elevato e facciamo musica commerciale o house. Però chi organizza una serata sa bene quali saranno i clienti: si scelgono gli organizzatori, la musica e dj. Se si fa musica tecno, per esempio, la serata sarà sicuramente più strong».

Ad acuire la tendenza all’abuso, c’è la ricerca sempre più spasmodica dell’insolito: «Gli spazi sono pochi - spiega Claudio Baldissara dell’agenzia Drop Eventi - e la moda è quella di organizzare party-secret, non convenzionali, per essere cool, almeno nell’ottica dei giovanissimi. E questo fenomeno si sposa con il carovita: le certificazioni e la sicurezza costano anche per gli organizzatori. In un anno, noi che siamo a norma spendiamo circa 30mila euro in certificati. Purtroppo i controlli, in questo tipo di feste, sono difficilissimi da fare, a meno che non arrivino segnalazioni dai vicini. Affidarsi a chi ha competenze diminuisce i rischi. Purtroppo però qui la questione più importante è il rispetto delle donne».

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