Movida a Napoli, tante donne nel mirino: «Aumentano gli abusi»

Droga dello stupro, ecco i verbali choc: «Mi guardavo dall’esterno, come un film»

La movida a Napoli
La movida a Napoli
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Lunedì 18 Marzo 2024, 23:53 - Ultimo agg. 20 Marzo, 06:46
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Un film. Lo definiscono un film soffocante, vissuto sulla propria pelle anche se visto con gli occhi esterni, con lo sguardo di chi è al di fuori della scena. Parole ed esperienze simili, sono quelle delle vittime di un concetto di movida distorto: quello fatto di consumi di alcol e droga, quasi sempre in discoteca o in contesti notturni che restano per lo più indecifrabili. Quelli delle feste esclusive, con ristoranti che si trasformano in locali da ballo a numero chiuso, o dei luoghi in cui si entra dopo aver messo il proprio cellulare all’interno di una custodia, a tutela della privacy di chi partecipa a party apparentemente innocui.

Una frontiera sempre più avanzata, tra sballo e violenze, quasi sempre a scapito di giovani donne. Dati alla mano, aumentano in casi di coma etilico, ma anche di alterazioni dello stato di coscienza per l’uso di pasticche o di droga. Tutti i tipi di stupefacenti, per essere chiari: dalle sostanze stupefecenti di sempre alla ghb, che per alcuni diventa una sorta di droga dello stupro, perché ottunde coscienza e memoria di chi l’assume.

Lo abbiamo raccontato lo scorso otto marzo, alla luce del lavoro svolto dal pool reati contro le fasce deboli del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, che - assieme a una sezione di 11 colleghi - è impegnto anche nel contrasto alla violenza sulle donne. In sintesi, ogni giorno, una quindicina di donne denunciano di aver subìto aggressioni, maltrattamenti, violenze. Tra queste anche tante ragazze, spesso giovanissime, alle prese con il peggio della movida cittadina: quella che si consuma in locali pubblici, al riparo dall’uso di cellulare, sotto l’effetto di alcol e droga. Un mondo a parte, quello della movida napoletana, perfettamente in linea con i dati di altre città metropolitane. Alcol, droghe tradizionali (cocaina e pasticche che vanno per la maggiore), ma anche droga dello stupro, in particolare la ghb, quella conosciuta come droga dello stupro. Movida sotto i riflettori, aumentano gli episodi critici e le segnalazioni giunte all’ufficio inquirente, in particolare al pool reati contro le fasce deboli. Tutti gli indicatori sono in aumento. I trend parlano chiaro: aumentano le denunce di donne che subiscono vessazioni e violenze; aumentano anche i casi legati al mondo della notte. 

C’è tanto sommerso, bene chiarirlo, sono in tanti a preferire di non esporsi, di non denunciare, ma le voci (per il momento poche) che finiscono agli atti sono abbastanza chiare. Ha spiegato una donna, in sede di denuncia: «Quello che provavo in quel momento? Una sensazione di estraneità. Era come se stessi guardando un film, con me al centro della scena che ero costretta a fare ciò che non volevo». Sensazione vissuta da altre donne, probabili vittime della droga dello stupro: «Mi guardavo da fuori e non riuscivo ad abbozzare una risposta...». Succede questo ed altro ancora all’interno di alcuni locali pubblici napoletani, anche secondo quanto emerso dalla testimonianza di una ragazza che ha deciso di raccontare le sue esperienze a Il Mattino. La sensazione è quella di un trend in crescita, che ha investito soprattutto le donne. Le giovani donne. Fatto sta che basta guardare anche le informative legate ai controlli di polizia e carabinieri effettuati durante i fine settimana.

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Da un anno all’altro, il consumo di alcol è aumentato dell’otto per cento, almeno alla luce di segnalazioni effettuate dentro e fuori i locali del centro storico. Crescono i casi di soggetti intossicati da alcol e droga, con un fenomeno che parla soprattutto femminile. Un dato che emerge anche dai centri di assistenza allestiti in questi anni dal Comune di Napoli, proprio per far fronte alla condizione di isolamento delle donne vittime di vessazioni e abusi. Ebbene, alla luce di un recente monitoraggio, emergono casi legati al consumo di alcol e droga nelle zone del divertimento. Casi che appartengono anche a tante persone perfettamente integrate nel contesto metropolitano, che non vengono da contesti familiari difficili, problematici.