«Alcol, droga e violenze: a Napoli così le notti in discoteca»

Il racconto di una studentessa di 19 anni: «Stupefacenti nei bicchieri e zero controlli»

Discoteca
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Maria Chiara Aulisiodi Maria Chiara Aulisio
Lunedì 18 Marzo 2024, 23:53 - Ultimo agg. 19 Marzo, 12:55
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«Mi piace divertirmi, ho 19 anni ed è giusto che sia così. Partecipo a serate di musica techno, amo ballare e stare in compagnia. So bene che la discoteca non è certamente una chiesa ma un luogo dove si consuma alcol e gira droga. Temo però che si stia davvero superando il limite». L.P. studia lingue all’Orientale, la sua vita è più o meno uguale a quella di buona parte dei ragazzi della sua età. Università, impegno sui libri, un po’ di sport e voglia di condividere il tempo libero con gli amici. Quello di L.P. è un appello, un appello forte e accorato ai giovani come lei, ma anche a chi organizza serate e gestisce locali - a Napoli e in periferia - un mondo - assicura - “sempre più fuori controllo”. 

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Cominciamo dagli inviti. 
«Ormai è tutto on line.

Si organizza una serata e la data dell’evento, e la location, iniziano a circolare sui social. In alcuni casi per comprare il biglietto devi dare nome, cognome e data di nascita, in altri neanche questo: basta pagare e sei dentro».

Vale a dire nessun controllo e accesso libero ai minori.
«E certo. Anche se, va detto e ci tengo a sottolinearlo, i locali e le serate dove si rispettano le regole esistono. Ci sono discoteche nelle quali è letteralmente impossibile accedere se non hai compiuto diciotto anni e ubriacarsi e drogarsi non è consentito».

Veniamo ai locali “fuori controllo”.
«Lì può succedere di tutto».

Spiegati meglio.
«Giusto per fare un esempio: qualche settimana fa, con alcune amiche, a metà serata abbiamo deciso di andare via. La situazione era diventata insopportabile sotto tutti i punti di vista: molestie verbali e sessuali, intimidazioni, gente che stava malissimo, sembravano zombie, degrado assoluto, per non parlare dei bagni».

I bagni?
«Secondo me - e lo dico in linea generale - è il primo posto che chi gestisce un locale notturno dovrebbe tenere sotto stretto controllo. I bagni, è risaputo, sono il luogo dove si va per drogarsi e poi fare altro. Ho visto ragazze semi svenute e mezze nude sul pavimento e ragazzi che approfittavano della loro condizione di incoscienza. Una vergogna».

Da qui la decisione di lanciare un appello.
«A tutti, indistintamente: è una questione di coscienza, non possiamo rimanere spettatori di tanto orrore. Dobbiamo darci una regolata, divertirsi non vuol dire mettere a rischio la tua vita e quella degli altri».

Fai riferimento alla droga?
«Anche. I locali li frequento, e mi piace pure, ma vi posso garantire che se non fai molta attenzione - soprattutto in alcune occasioni - ti ritrovi stravolta all’improvviso senza neanche sapere perché».

Che cosa vuoi dire?
«Voglio dire che ti mettono gli stupefacenti nel bicchiere per farti perdere il controllo. Sì, la cosiddetta “droga della stupro”, basta un attimo di distrazione, non ci vuole niente. È successo a una mia amica, qualche tempo fa, avrebbe dovuto denunciarli, purtroppo non lo ha fatto. Ci sono mille ragioni per le quali le donne non denunciano, ci tengo sempre a ricordarlo. Quanto a me, non ho ritenuto le molestie subite fino ad oggi gravi al punto tale da spingermi a farlo ma c’è sempre tempo. Questa catena di omertà va spezzata altrimenti sarà difficile cambiare le cose».

Da quali locali bisogna stare lontani?
«Tanto per fare un esempio da quelli che vietano l’uso dei cellulari e, dunque, la possibilità di scattare foto e girare video. Il rischio che qualcuno possa vedere, e sapere, ciò che succede lì dentro è troppo alto».

Quindi i telefoni vengono “sequestrati” prima di entrare?
«No, questo no. Puoi tenerlo il cellulare ma se scoprono che lo stai usando ti buttano fuori subito. A me sembra una follia».

Parlavi di molestie sessuali.
«Certo. E non venissero a dirci che sono inevitabili solo perché indossiamo abiti succinti. Saremo padrone di vestirci come vogliamo oppure no? Qualche sera fa, dinanzi alle mie proteste, uno di questi “bravi” ragazzi mi ha risposto che non dovevo sorprendermi: “lo sai che queste serate funzionano così...”. C

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