Stupri a Caivano, il branco subito a processo: «Ora pene esemplari»

I pm: giudizio immediato per i sette minorenni e i due maggiorenni accusati di violenza di gruppo

Parco Verde
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Maria Chiara Aulisiodi Maria Chiara Aulisio
Martedì 20 Febbraio 2024, 23:52 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 07:27
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Disposto il giudizio immediato sia per i sette minorenni che per i due maggiorenni coinvolti negli abusi di Caivano la scorsa estate. Il gip del tribunale dei minorenni di Napoli Umberto Lucarelli e il gip del tribunale di Napoli Nord Fabrizio Forte hanno entrambi accolto le richieste delle due procure competenti nel procedimento e disposto il giudizio per tutti i componenti della banda di ragazzini che stuprò in più di una occasione le due cuginette di dieci e dodici anni. Niente udienza preliminare, dunque. Il dibattimento davanti ai giudici minorili è stato fissato per il prossimo 28 marzo. Il 2 aprile, invece, prenderà il via nel Palazzo di giustizia di Aversa - sede del Tribunale di Napoli Nord - il processo nei confronti dei due maggiorenni: P.M e G.V., il primo nato nel 2004, il secondo un anno più piccolo. Alla banda (due sono attualmente in una comunità di recupero e gli altri in carcere) vengono contestati gli abusi in forma aggravata e, per alcuni, anche in concorso con uno dei due maggiorenni, di avere prodotto video pedopornografici: gli stupri sarebbero stati filmati e poi girati, attraverso whatsapp, su un numero imprecisato di telefoni cellulari.

Identificato anche un altro ragazzo (ma la sua posizione è ancora al vaglio degli inquirenti) che avrebbe partecipato alle violenze di gruppo in un casolare abbandonato di Caivano.

A rivelare la presenza del terzo maggiorenne tra gli stupratori fu una delle due cuginette, la più piccola, nel corso dell’interrogatorio dello scorso gennaio. In quell’occasione la bambina, non solo ribadì - e confermò - le dichiarazioni che aveva rilasciato quando venne ascoltata la prima volta, ma fornì agli inquirenti una serie di ulteriori dettagli in maniera lucida e assolutamente circostanziata. Tra questi il particolare del terzo aggressore che, diversamente dai suoi compagni, sarebbe riuscito a rimanere nell’ombra per quasi cinque mesi. 

Stesso interrogatorio, solo pochi giorni prima, nel medesimo ambiente protetto: a essere ascoltata per circa cinque ore fu l’altra ragazzina. Anche lei nel corso dell’incidente probatorio parlò con estrema lucidità, ricordava quasi tutto nei dettagli: orari, nomi, cognomi, volti, un disperato tentativo di fuga dal luogo delle violenze e la corsa verso un bar per cercare di seminare i suoi aggressori.
Entro quindici giorni i legali degli imputati hanno la possibilità di chiedere che il giudizio si svolga con il rito abbreviato e cioè sulla base dell’attività d’indagine senza ascoltare testimoni in aula. La pressione mediatica è molto forte, gli avvocati puntano a una maggiore celerità del procedimento. In ogni caso l’istanza dovrà comunque passare al vaglio del giudice. 

Ma torniamo al terzo maggiorenne di cui nulla si sapeva fino a quando una delle due ragazzine, lo scorso gennaio, lo ha raccontato agli investigatori. Si tratterebbe di un ventenne che avrebbe partecipato alle aggressioni almeno in un paio di occasioni. La bambina ha riferito del tentativo - da parte del branco - di costringerle anche a fumare. Si sarebbe trattato verosimilmente di sostanze stupefacenti di cui la banda faceva largo consumo. Il rifiuto da parte delle due cuginette avrebbe provocato la reazione violenta degli aggressori tra cui anche il terzo maggiorenne. Una banda di teppisti che impazzava nelle strade e tra i palazzi del parco Verde terrorizzando gli adolescenti di tutto il quartiere mostrando coltelli e tirapugni. Gli stessi tirapugni esibiti quando si trattava di convincerle a seguirli nei luoghi abbandonati scelti per consumare le violenze: «Li odio, mi fanno schifo, non li voglio più vedere in vita mia» fu lo sfogo di una delle due bambine al termine di un lungo interrogatorio. 

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In campo gli avvocati Angelo Pisani e Antonella Esposito che difendono la famiglia di una delle due cuginette: «Si tratta di crimini e violenze orribili - dichiarano - che vanno perseguiti con pene esemplari soprattutto per lanciare un segnale forte e stabilire il rispetto delle regole in un mondo giovanile purtroppo sempre più caotico e pericoloso». I due legali ritengono che il provvedimento di rinvio a giudizio immediato rappresenti «la giusta fase di una procedura ordinaria» purché - aggiungono - «si mettano in atto provvedimenti volti al mantenimento degli affetti familiari». A seguire la vicenda anche l’avvocato napoletano Manuela Palombi, legale dei due tutori delle bimbe, gli avvocati Marco Buonocore e Maria Teresa De Nicolo.

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